Quando umani e animali sono alla pari: Daniele Pronestì abbatte l’artificiosa distanza che spesso poniamo tra uomini e (altri) animali, facendoli convivere e interagire e tratteggiando una serie di personaggi straordinari.
«Io sono un animale come gli altri, non una bestia».
Giuseppe Bellingeri, ingegnere calabrese, agente dei servizi segreti tornato da poco alla vita borghese, è un lupo grigio della Sila e il vicequestore Balbino, capo della squadra mobile, è un orso bruno. I personaggi sono in parte esseri umani e in parte animali, perfettamente abbigliati e parlanti, che vivono alla pari, nel primo romanzo di Daniele Pronestì, Le ragioni dell’istinto, edito da Bompiani. “Non ho voluto scrivere un romanzo sugli animali, né un racconto del rapporto tra quest’ultimi e l’uomo: ma un romanzo sull’uomo come animale. È un giallo su ciò che può renderci umani: cercare di riparare al male compiuto”.
Quando in un appartamento di Morgese, un paesino nel cuore della piana di Reggio Calabria, viene ritrovato un cadavere, sarà il vicequestore Balbino a convocare Giuseppe Bellingeri, detto Peppe, sapendo che conosceva la vittima, Maria, una giovane donna innamorata della libertà. Nel portare aventi l’indagine l’agente segreto dovrà fare i conti con un universo di umani, faine, salamandre, falchi e animali di ogni sorta per scoprire chi è l’assassino. Tutto questo in una Calabria all’incrocio tra le atmosfere mediterranee e la California di Philip Marlowe, dove i palazzi signorili si stagliano sullo stretto di Messina, gli immigrati sudano nei campi e l’ombra della criminalità organizzata allunga i suoi tentacoli nonostante il sole abbagliante.

“La distanza che poniamo tra animali e uomini è un’invenzione. L’uomo è un animale. Il libro rompe questa barriera per raccontare quelle dinamiche istintive che ancora ci riguardano anche se pensiamo di essercene emancipati. Per me è stato naturale che i protagonisti fossero uomini, donne e animali, alla pari, tutti dotati di facoltà di pensiero e parola: attraverso questa lente i personaggi possono confrontarsi con bassezze e virtù, istinto e ragione”

Le ragioni dell’istinto
Daniele Pronestì
Giuseppe Bellingeri: calabrese, ingegnere, agente dei servizi segreti tornato da poco alla vita borghese, lupo grigio. Sì, perché nel mondo narrato in questo romanzo accanto agli umani si muovono altri animali, perfettamente abbigliati e parlanti. Così, quando in un appartamento di Morgese, un paesino nel cuore della piana di Reggio Calabria, viene ritrovato un cadavere, sarà il vicequestore Balbino, orso bruno capo della squadra mobile, a convocare Giuseppe Bellingeri sapendo che conosceva la vittima, una giovane donna innamorata della libertà. E sarà in un universo brulicante di umani, faine, salamandre, falchi e altri animali di ogni sorta che Bellingeri dovrà muoversi per scoprire chi ha voluto uccidere Maria. In questa Calabria all’incrocio tra le atmosfere mediterranee e la California di Philip Marlowe, dove i palazzi signorili si stagliano sullo stretto di Messina, gli immigrati sudano nei campi e l’ombra della criminalità organizzata allunga i suoi tentacoli nonostante il sole abbagliante, Daniele Pronestì dà vita a una straordinaria galleria di personaggi, guidati dai loro istinti più puri e proprio per questo capaci di rappresentare in modo vivido le nostre bassezze, i nostri desideri, il coraggio necessario per scegliere di essere umani. “Le ragioni dell’istinto” è la prima indagine di un personaggio destinato a incidersi nella nostra memoria – Peppe Bellingeri, lupo della Sila, magro e malinconico ma non arreso.
“Ero un giovane studente universitario quando seppi che i Servizi segreti svizzeri erano alla ricerca di nuove reclute dotate di una specifica capacità: quella di comprendere il dialetto calabrese, necessario a decifrare il contenuto di alcune intercettazioni. Fu in quel momento che nacque nella mia mente il protagonista di questo libro” spiega Pronestì. Il desiderio dello scrittore “è anche quello di sottrarre la Calabria ai cliché con cui spesso viene rappresentata”.
Appassionato di letteratura giapponese e manga, nel suo romanzo d’esordio, Pronestì si è ispirato ai libri di Murakami, i film di animazione di Miyazaki e i manga. “Anche nelle Baccanti di Euripide le donne si ribellano al loro ruolo subalterno e scappano ad allattare cuccioli di lupo e di cervo. In tutte queste culture così come nel parlato calabrese, donne, uomini e animali condividono storie di vita e di morte comuni a tutte le specie. Poi, non posso nascondere il debito verso Leonardo Sciascia e Graham Greene, autori che mi hanno insegnato come un giallo possa trasformarsi in un testamento morale, un’inchiesta sulla decadenza del potere e della famiglia” spiega.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.