Focus su: “Un incubo banale” di Halle Butler

Focus Incubo banale halle butler Copertina

I protagonisti sono adulti Millennial che, pur vivendo come se fossero ragazzi, affrontano i complessi problemi della loro età: matrimoni consolidati, gestione dei figli piccoli e la lotta per evitare gli errori dei loro genitori.

«La nausea aumentò un poco, perché era triste cucinare e mangiare sempre da sola, e non aveva nessuno che desiderasse o avesse davvero bisogno della sua compagnia».

In questo nuovo romanzo di Halle Butler, “Un incubo banale” edito da Neri Pozza, si manifesta, attraverso una prosa densa – linguisticamente e concettualmente stratificata –, una sovrabbondanza di infelicità che avvolge il lettore in un’esperienza viscerale. L’autrice rivela l’inadeguatezza e le irritanti sfaccettature dell’animo umano con amara lucidità e ironia, pur cercando con cautela spazi per accogliere la compassione.

Moddie, dopo aver rotto con Nick, lascia Chicago e il lavoro per tornare nella sua tranquilla cittadina del Midwest. Spera di ritrovare le sue radici e riprendersi dallo stress della vita metropolitana. Tuttavia il suo ritorno è complicato: la città e gli amici non sono più gli stessi. La sua sfida è dunque reintegrarsi come una “nuova arrivata” nel gruppo di trentenni che un tempo erano i suoi amici e che ora costituiscono la comunità adulta influente della città.

Tra coppie sull’orlo della rottura e amiche dal doppio gioco, gli alleati diventeranno nemici, i nemici ancora più nemici e legami all’apparenza indistruttibili saranno messi a dura prova, fino a che punto Moddie è disposta a spingersi per farsi accettare? Combatterli o unirsi a loro?

Numerose recensioni e lettori hanno definito questo libro come il ritratto della generazione dei Millennial, quei soggetti che, nell’immaginario comune, sembrano disorientati ed incapaci di adattarsi ai ritmi e alle esigenze attuali.

Questa generazione si confronta con un panorama di sfide incessanti: le incertezze finanziarie dovute alle crisi pregresse che hanno eroso gli stipendi e la qualità della vita; un ambiente lavorativo in costante mutamento che rende precaria la stabilità di carriera; l’onnipresenza dei social media complica in misura crescente la capacità di interagire con il mondo reale e stabilire legami concreti; ed una pressione sociale, esercitata sia online che offline, che incide pesantemente sulla salute psicologica.


Un incubo banale
Halle Butler

Questo romanzo inizia con una fine. Dopo aver scoperto che quel narcisista occulto di Nick la tradisce con una più giovane, Moddie lascia Nick, il loro appartamentino in città, il lavoro, Chicago. Tutto. Ha 37 anni e viene da una cittadina insulsa del Midwest, una X nell’Illinois. È il momento di tornare, recuperare rapporti sbiaditi dal tempo, ripartire dalle origini. Lì la aspettano Pam e Nina, le amiche con cui è cresciuta, e una pletora di trenta-quarantenni che lavorano nell’università locale, gente responsabile, solida, risolta. Moddie è certa che la aiuteranno ad affrontare le sue tristezze. Tristezze che le stringono la gola, maligne, e che lei, tra una birra e una sigaretta, una sera dopo l’altra, cerca di tenere a bada. Ben presto Moddie scopre però che X ricorda più il bailamme di Animal House che L’attimo fuggente con i suoi buoni sentimenti. Tutti intorno a lei passano da una festa di dipartimento a un aperitivo da gossip o incontro selvaggio, ma nei loro occhi scintillano il vuoto, il dubbio, il timore. L’incubo banale di stare sbagliando tutto. È un crogiuolo di casi umani in cui ognuno è pronto a saltare alla giugulare dell’altro per agguantare nuove opportunità e fare qualcosa di rilevante, o semplicemente qualcosa. Tra coppie che si amano ma non vedono l’ora di lasciarsi, amiche che si scrivono e-mail zuccherose ma tramano efferate vendette, gli alleati diventeranno nemici, i nemici ancora più nemici e legami all’apparenza indistruttibili saranno messi a dura prova. A Moddie rimane ben poca scelta: combatterli o unirsi a loro?


Il senso di “soffocamento” e superficialità che vivono i protagonisti emerge grazie alla scrittura di Butler, con uno stile intenso, frenetico, talvolta ruvido e perfino fastidioso: il testo evoca i tratti di una serie drammatica dai toni cupi, dove le difficoltà ordinarie vengono costantemente ingigantite. Non c’è distinzione tra questioni insignificanti e problemi seri: tutto assume pari rilevanza, pur essendo diffuso con la leggerezza di un pettegolezzo o un “gossip”.

I concetti citati racchiudono il significato profondo del romanzo, in cui i social media giocano un ruolo onnipresente. La comparazione ossessiva della propria esistenza con quella altrui avvelena l’umore generale, alimentando gelosia e invidia. Tale meccanismo genera una pressione sociale paralizzante, spostando il focus dal benessere interiore a un’estenuante caccia all’approvazione esterna. Perfino le relazioni più intime sono distorte dal bisogno di visibilità, creando legami che risultano, troppo spesso, più una messinscena che una realtà.

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