Una coppia si innamora, si sposa, compra casa e vive un amore domestico e quotidiano fatto di imperfezioni e umanità. Un futuro insieme, fino a decidere di voler aver un figlio, e poi si contraddice distruggendo tutto.
«La nostra storia inizia con una casa, diventa la storia di una casa, finisce ed è la storia di due case. Si trasforma, nel mentre, nella storia di quattro storia e nella storia di un viaggio; in entrambi i casi, però, non esistiamo più noi».
La polvere che respiri era una casa è l’esordio letterario di Eleonora Daniel, autrice trentenne romana, già caporedattrice e editor della casa editrice Accento. In questo primo libro edito da Bollatti Boringhieri, l’autrice -con una scrittura limpida e onesta- ci consegna una storia come tante ma priva di banalità e facili luoghi comuni. Un uomo e una donna si sposano, comprano casa, la ristrutturano e si innamorano di questo spazio condiviso fatto di stanze, di dettagli e di oggetti che appartengono solo a loro. Poi, un giorno, avvertono il desiderio di allargare la famiglia e di diventare genitori. Non serve parlarne, la decisione è spontanea.

Quando decidono di voler provare ad avere un figlio, però, purtroppo le cose non vanno come sperato. La ricerca risulta più ardua e in salita di quanto avevano immaginato. C’è un ostacolo alla procreazione che inizia a prosciugarli lentamente dall’interno. Lei subisce il colpo peggio di lui, si chiude in sé stessa e inizia a covare rancori e insoddisfazione personale. Lui, ignaro di tutto, comincia a percepire un certo distacco ma non se ne preoccupa più del dovuto.
I dialoghi fra loro iniziano a diradarsi. Le discussioni e le incomprensioni, al contrario, si moltiplicano. Il rapporto diventa meccanico e, improvvisamente, lei non si sente più parte di quel mondo creato in due. Così la loro amata casa, di riflesso, inizia a essere trascurata diventando caotica e criticamente fragile. Fino al giorno in cui succede l’irreparabile e tutto crolla.
Dopo l’evento che ha disintegrato la loro relazione e qualsiasi possibilità di risoluzione, i due protagonisti si smarriscono. Lei scompare, mentre lui barcolla. A unirli saranno dei racconti, scritti da loro per il figlio che non arriverà mai.

La polvere che respiri era una casa
Eleonora Daniel
La storia di una relazione come tante. Una ragazza e un ragazzo che si innamorano, si trasferiscono, si amano di un amore umano, domestico e imperfetto, sognano, si contraddicono, progettano una casa e un futuro. Un giorno, accanto a una tavolata di bambini al ristorante, avvertono una sensazione nuova: vogliono un figlio. Ma le cose non vanno come vorrebbero e le loro speranze si rivelano più difficili da affrontare del previsto. La polvere che respiri era una casa è un romanzo sulla creatività, intesa come creazione di vita e creazione letteraria; sull’impossibilità di non prendere determinate decisioni, sul fare i conti con i vuoti e la violenta inspiegabilità delle cose, e sul tentativo di affermarsi provando a inseguire un fantasma, raccontando una fiaba, o imponendo il proprio irrimediabile silenzio. Al suo esordio, Eleonora Daniel dimostra una mano sicura nella narrazione, che spazia tra diversi stili e voci narranti, e una straordinaria capacità di sviscerare i due punti di vista di una coppia, decostruendo ogni banalità e facile romanticismo.
L’inspiegabilità delle cose
Con una maestria incredibile, Eleonora Daniel aggiunge due racconti magnifici all’interno della storia raccontata ne La polvere che respiri era una casa, dimostrandoci le sue capacità anche con questo stile narrativo. Il primo racconto, Erba, ci porta all’interno di un regno di fantasia in cui un re avido di sapere (e potere) sbriciola la sua lucidità mentale per rincorrere un progetto utopistico. Il secondo racconto, Acqua, ci consegna la storia di un predicatore dei mari che avverte gli abitanti di una città dell’imminente inondazione che li distruggerà. Due racconti diversi fra loro, ma altamente esplicativi e visionari che sanno collocarsi perfettamente all’interno della storia. Sì, perché La polvere che respiri era una casa è anche un romanzo che parla di creatività generativa, sia umana che letteraria, che ci interroga sulla violenta inspiegabilità delle cose.
Eleonora Daniel ci consegna un esordio che merita di essere letto, dimostrando di possedere un’anima sensibile e attenta ai dettagli. La polvere che respiri era una casa è una storia totalmente umana e imperfetta che parla a tutti noi, esseri umani imperfetti e fallibili, dell’inizio e della fine di un amore.
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