Focus su: Ho qualche domanda da farti di Rebecca Makkai

Focus su Ho qualche domanda da farti Rebecca Makkai copertina

Rebecca Makkai ha creato il suo romanzo più irresistibile: un’indagine appassionante sulla memoria collettiva e un esame profondamente sentito della resa dei conti di una donna con il proprio passato, con un mistero sconvolgente al centro. 

«E se i miei ricordi fossero falsi sogni? E se i miei sogni fossero veri ricordi?».

“Ho qualche domanda da farti” della pluripremiata scrittrice statunitense Rebecca Makkai (finalista del premio Pulitzer con I grandi sognatori), è un libro che induce il lettore a riflettere a proposito dell’etica delle narrazioni true crime, ai limiti della cancel culture, al potere mediatico di tutto ciò che pubblichiamo sui social; senza dimenticare il peso imprevedibile che può avere una comunità nei confronti della giustizia, e sul pregiudizio affrettato che suscitano i fatti di cronaca.

Ad una prima impressione può sembrare un thriller psicologico, un romanzo femminista o un giallo true crime, ma in realtà si slega da qualunque appartenenza letteraria: potremmo definirlo un metaromanzo da contestualizzare agli albori del movimento #MeToo, e caratterizzato da diversi livelli narrativi, i quali servono ai vari personaggi femminili per rileggere certe esperienze passate, come i complimenti di quel professore un po’ troppo disinvolto e le attenzioni non richieste dei compagni.

Intrecciando una trama da libro giallo con elementi e contesti tipici della campus novel, Rebecca Makkai racconta di Bodie Kane. La protagonista di Ho qualche domanda da farti è una docente di cinema e podcast che si ritrova a dover tenere delle lezioni nella scuola elitaria che ha frequentato durante l’adolescenza. Quei quattro anni, oscuri e inquieti, portano con sé il tragico ricordo dell’evento che ha scosso tutta la comunità: l’omicidio di Thalia Keith, la sua compagna di stanza. L’episodio riemerge quando una studentessa le chiede di progettare un podcast sull’argomento;  in fondo oggi lo sappiamo tutti: i podcast true crime sono tra i più ascoltati!

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Ho qualche domanda da farti
Rebecca Makkai

Bodie Kane è una docente di cinema e podcaster di successo e tende a non indugiare troppo nei ricordi del passato, un passato che comprende una tragedia familiare che le ha funestato l’adolescenza, quattro anni perlopiù infelici nel collegio di una scuola superiore del New Hampshire e l’assassinio della sua compagna di stanza nella primavera dell’ultimo anno. Anche se le circostanze dell’omicidio di Thalia e l’arresto di Omar Evans, il preparatore atletico della scuola, sono oggetto di feroci discussioni in rete, Bodie preferisce non farsi coinvolgere troppo. Quando però la sua vecchia scuola, la Granby School, la invita a tenere un corso, Bodie è inesorabilmente attratta dal caso e dalle sue falle sempre più evidenti. Nella fretta di arrestare Omar, la scuola e la polizia hanno forse sottovalutato altri possibili sospetti? Il vero assassino è ancora a piede libero? Bodie comincia a pensare che forse, nel 1995, era a conoscenza di alcuni dettagli che avrebbero potuto aiutare a risolvere il caso..


La trama

Bodie Kane, brillante podcaster, torna nel suo vecchio liceo nel New Hampshire per tenere un corso di cinema, ma viene risucchiata dal passato: vent’anni prima infatti, la sua compagna di stanza Thalia Keith è stata uccisa proprio in quel campus. Per chiudere in fretta il caso, viene arrestato e condannato, il preparatore atletico Omar Evans, uno dei pochi neri in una scuola di bianchi.

La protagonista ripercorre tra nostalgia e amarezza i quattro anni vissuti da outsider, riesamina le relazioni instaurate con i compagni e con la stessa vittima, come se ogni dettaglio potesse servire alla risoluzione del mistero. Perché il colpevole addidato da tutti non è il vero colpevole e potrebbero esserci tante altre possibili vittime del pregiudizio, perché nel 1995 una schiera di adolescenti, ancora inesperti della complessità del mondo, si è lasciata trasportare dal peso sociale del pettegolezzo, rendendo fattuali quelle che potevano essere in partenza solo ipotesi. Tra le molestie ricevute dai compagni e l’atteggiamento da ragazza popolare di Thalia, la rievocazione del passato si rivela sempre più sorprendente per la percezione che è cambiata negli anni, per la sensibilità che la società oggi nutre verso certi temi anche solo rispetto a qualche tempo fa.

Muovendosi tra tutte le fonti a disposizione, vecchi amici, tweet, documentari, interviste dirette e indirette e persino discussioni complottistiche su Reddit, Bodie ha molte domande da fare al professor Bloch da quando si è capito dell’innocenza di Omar…

Qualche informazione sul personaggio

Bodie è una podcaster professionista che nei suoi podcast si occupa specificatamente delle dinamiche discriminatorie nei confronti delle donne attrici all’interno della grande macchina dello studio system hollywoodiano.
All’interno di questa vicenda riconosce quanto le nuove generazioni siano più caute quando si affrontano argomenti come la violenza sulle donne e non solo, per questo da un lato c’è uno youtuber true crime e la sua schiera di follower a muovere la facile indignazione online con la caccia al colpevole. Ma dall’altro lato c’è anche la studentessa Britt, rappresentante della GenZ, alle prese con il podcast sul caso di Thalia e che vuole sapere di più: Britt è una ragazza abbastanza coscienziosa da porsi il problema di evitare di comportarsi come la solita ragazza bianca che fa intrattenimento parlando di omicidi online, consapevole del fatto che il true crime è diventato puro intrattenimento.

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