Come si fa quando il presente ci sta stretto e aneliamo a modificarlo? Questo libro ha l’impegnativo compito di individuare gli ingredienti indispensabili affinché nella nostra vita accadano quei cambiamenti necessari per scoprire o riscoprire l’amore per noi stessi.
«Perché è proprio da quest’accettazione che nascerà una forza nuova, la paura del giudizio degli altri lascerà spazio all’autenticità che solo chi può permettersi di essere se stesso fino in fondo conosce. ».
Ti sei mai chiesto perché a volte la felicità sembra così lontana? Ci diciamo di volerla, ma quando si avvicina, ci nascondiamo. Nel suo libro Dentro di me c’è un posto bellissimo, Ameya Gabriella Canovi affronta proprio questo enigma: cosa ci impedisce di essere davvero felici? Non è solo una questione di desiderio, ma di paura. Paura di cambiare, di scoprire chi siamo davvero. Un viaggio dentro noi stessi, dove la felicità non è solo una meta, ma una scelta quotidiana.
La paura della felicità è uno dei temi centrali del libro. Canovi ci invita a riflettere su quel blocco invisibile che ci frena, rendendo il cambiamento una montagna insormontabile. Nonostante il desiderio di sentirci realizzati, dentro di noi c’è una voce che sussurra che è più sicuro restare nella zona di comfort, anche se ci rende un po’ infelici. Questo paradosso ci tiene ancorati a una versione di noi stessi che non ci rispecchia davvero, ma il libro ci sfida a guardare oltre.
Secondo la Canovi, la chiave per superare questo stallo è l’autenticità. Spogliarsi delle maschere che indossiamo per adattarci alle aspettative altrui può sembrare spaventoso, ma è solo attraverso l’accettazione di ciò che siamo, ferite e tutto, che possiamo liberarci. Non è un processo facile, richiede coraggio e, soprattutto, onestà verso noi stessi. Ma è proprio qui che si nasconde la nostra forza: nel riconoscere che non abbiamo bisogno dell’approvazione degli altri per sentirci completi.
Dentro di me c’è un posto bellissimo
Ameya Gabriella Canovi
Perché abbiamo paura di essere felici? Troppo spesso il presente ci sta stretto e aneliamo a modificarlo, ma ci sentiamo bloccati. Perché quello che diciamo di volere in realtà poi non lo facciamo? La verità è che il cambiamento spaventa perché ci mette di fronte alla paura di perdere qualcosa. È un paradosso: in superficie desideriamo la beatitudine, nel profondo qualcosa ci dice che è più «sicuro» restare un po’ infelici, moderati, dimessi. Eppure uscire dal loop è possibile. In questo libro, Ameya Canovi ci accompagna a guardarci dentro con onestà, a vederci nudi e crudi, a sostare nello spazio scomodo delle nostre antiche ferite per accettarle. Perché è proprio da quest’accettazione che nascerà una forza nuova, la paura del giudizio degli altri lascerà spazio all’autenticità che solo chi può permettersi di essere se stesso fino in fondo conosce. Perché non c’è felicità se non impariamo la difficile arte di amarci. E non ci può essere amore se non iniziamo da noi, cambiando innanzitutto la nostra vita e scoprendo che dentro di noi c’è un posto sicuro e bellissimo. Troveremo la forza di intraprendere nuove avventure, sapremo essere sempre più spontanei e veri, prima con noi stessi e di conseguenza con gli altri. Questo è un libro unico, un invito e un percorso per imparare a volerci bene, affinché l’amore accada.
Ameya Gabriella Canovi ci porta a scoprire una verità fondamentale: non possiamo amare veramente gli altri se non impariamo prima ad amare noi stessi. L’amore per sé non è egoismo, ma la base di ogni relazione autentica. Imparare a volerci bene significa abbandonare le vecchie convinzioni che ci fanno sentire inadeguati e iniziare a vedere la nostra vita come un’opportunità di crescita. Solo così possiamo diventare davvero spontanei e liberi, pronti a intraprendere nuove avventure con il cuore aperto.
Il titolo del libro racchiude una grande promessa: dentro di noi c’è un posto sicuro e bellissimo, un rifugio dove possiamo ritrovare pace e forza. Ma per accedervi, dobbiamo prima attraversare le nostre paure, le insicurezze, le ferite. È un cammino di trasformazione che richiede impegno, ma che ci regala una vita più autentica e piena di significato. Canovi ci accompagna in questo percorso con dolcezza, offrendoci gli strumenti per imparare a guardarci dentro con occhi nuovi.
La storia editoriale di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”
Enrico Brizzi è giovanissimo quando fa la conoscenza di Massimo Canalini, uno dei tre soci fondatori della casa editrice Transeuropa. Dopo un importante lavoro di revisione, nasce il manoscritto che racconta la storia di Jack Frusciante. È il 1994. Enrico Brizzi ha solo vent’anni. Il libro comincia a circolare con una tiratura di duecento copie.
Rapidamente, ottiene un importante seguito, ma è solo dopo l’endorsement di Umberto Eco su L’Espresso che migliaia di copie vendono vendute e il romanzo acquista una risonanza incredibile. I diritti passano dalla prima casa editrice alla Baldini&Castoldi, per poi arrivare a Mondadori, ed essere tradotto in ventiquattro paesi vendendo oltre un milione e duecentomila copie.
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