La sfuriata di Bet: il romanzo di una generazione in subbuglio

“Se hai da dire qualcosa, dilla. Se poi ti tocca dirla urlando, si vede che ne valeva la pena”
“Tutte le mattine quando squilla la sveglia penso alla Rivoluzione.
Penso che da qualche parte in città sia scoppiata la rivolta dei giovani, dei cassintegrati, degli sfruttati, di quelli che non ce la fanno piú. La nostra epoca in tumulto contro quello che non va a scuola, in fabbrica, sui giornali, ovunque. Sogno di affacciarmi alla finestra e di assistere alla sommossa di intere generazioni. Gente che corre, slogan e striscioni, qualcuno che strilla nel megafono cose essenziali e vere. Una sana idea di trasformazione collettiva.
Poliziotti e carabinieri che, esitanti e meravigliati, depongono le armi e lasciano sfilare le migliaia e migliaia di rivoltosi. E di fronte ai militari inermi sfilano, accaniti e fieri e incazzati al punto giusto, tutti quelli che hanno maturato delle giuste rivendicazioni. L’aria è piena di musica, i vicoli delle strade rimbombano dei passi della Rivoluzione, le Istituzioni barcollano…
Poi però mi alzo, apro le tende, e tutto è come ieri.”

Christian Frascella,  dal libro “La sfuriata di Bet”

Christian Frascella, che fotografa il paese in subbuglio – tra rivolte studentesche e contestazioni – attraverso gli occhi di una protagonista straordinaria, specchio di un’intera generazione precaria, incatenata e muta, che però non sa smettere di sognare.

Racconta il nostro tempo con un’ironia speciale, uno sguardo sferzante ma sempre partecipe. Anche ridendo e facendoci ridere, usa la rabbia come una lente per mettere meglio a fuoco la realtà. E calandosi nella voce di una ragazzina, ci regala un romanzo fresco e potentissimo

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