Acciaio..caso pubblicitario o vero cult?

Divisa per una manciata di voti dal vincitore del Premio Strega 2010 Antonio Pennacchi, la giovane autrice piace e fa discutere. Amata dalla maggiorparte dei lettori, che hanno contribuito a fare del suo romanzo di esordio un grande successo editoriale, meno apprezzata da critici affermati come il Professor Belpoliti, docente universitario, scrittore, nonchè stimato critico letterario autore di recensioni e articoli culturali per La Stampa e L’ Espresso. “Un caso da manuale di marketing”..così viene definito da Belpoliti il polverone mediatico e pubblicitario che ha catapultato “Acciaio” ai primi posti tra i libri più venduti degli ultimi mesi.

Il romanzo è ambientato a Piombino, in un marginale quartiere periferico abitato da umili operai, studenti universitari, spacciatori, ladruncoli. Fanno da scenario vie disordinate e degradate,  immensi palazzoni popolari. Silvia Avallone ci racconta la storia della profonda amicizia tra Francesca e Anna, due ragazzine che crescono insieme in questo contesto desolato, fatto di adulti cupi e tristi, ragazzi senza interessi, senza ambizioni, rovinati dalla droga presa come diversivo a una vita noiosa, per dimenticare la disillusione provocata da un lavoro insoddisfacente. Le due ragazze crescono, maturano, si uniscono in un rapporto lesbico..il loro rapporto è fatto di amore, gelosie, rabbia..fino ad arrivare alla separazione. Per Francesca inizia così un periodo difficile e devastante che la spingerà in un percorso autodistruttivo e disperato.

“Acciaio” non è un romanzo facile, non è un racconto felice e spensierato. Racconta di cortili in cui “bambini giocano accanto a ragazzi che spacciano e vecchie che puzzano”, di vite difficili, di uomini disonesti, di padri violenti, di giovani dirottati verso un futuro senza prospettive e senza vie d’ uscita, di morti sul lavoro, della perdita dei valori comuni.

Forse sarà stato spinto ai vertici delle classifiche anche grazie a un buon lavoro pubblicitario, forse confeziona temi “commerciali”. Resta comunque un buon romanzo, dalla narrazione efficace e coinvolgente, che merita di essere letto. Soprattutto dai tanti ragazzini abituati all’ adolescenza caramellata raccontata dagli ultimi bestsellers che tanto hanno spopolato, pur non essendo certo capolavori letterari.

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