Novità libri: le uscite di questa settimana

Libri uscita settimana 18-24 marzo copertina

Siete alla ricerca di nuove letture? Scoprite i libri in uscita dal 18 al 24 marzo! Ecco una lista dei titoli principali da aggiungere alla vostra wishlist.

Life. La mia storia nella Storia di Papa Francesco

“Non va dimenticata la lezione più importante: possiamo rileggere la storia della nostra vita per fare memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ci ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi, dobbiamo imparare ad amare.” Francesco

Nel raccontare qui per la prima volta la storia della sua vita, ripercorsa attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità negli ultimi ottant’anni, Papa Francesco condivide le origini di quelle idee che in molti considerano audaci e che contraddistinguono il suo pontificato: dalle coraggiose dichiarazioni contro la povertà e la distruzione ambientale, alle dirette esortazioni ai leader mondiali affinché traccino una rotta diversa su temi come il dialogo tra i popoli, la corsa agli armamenti, la lotta alle diseguaglianze. Dallo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939 – quando il futuro Pontefice aveva quasi tre anni – fino ai giorni nostri, Jorge Mario Bergoglio prende per mano le lettrici e i lettori accompagnandoli con i suoi ricordi lungo un viaggio straordinario attraverso i decenni. La voce del Papa, con le sue personalissime memorie, si alterna a quella di un narratore che in ogni capitolo ricostruisce lo scenario storico in cui si inseriscono.

Nelle parole del Pontefice: “LIFE vede la luce perché, soprattutto i più giovani, possano ascoltare la voce di un anziano e riflettere su ciò che ha vissuto il nostro pianeta, per non ripetere più gli errori del passato.
Pensiamo, ad esempio, alle guerre che hanno flagellato e che flagellano il mondo. Pensiamo ai genocidi, alle persecuzioni, all’odio tra fratelli e sorelle di diverse religioni! Quanto dolore! Giunti a una certa età è importante, anche per noi stessi, riaprire il libro dei ricordi e fare memoria: per imparare guardando indietro nel tempo, per ritrovare le cose non buone, quelle tossiche che abbiamo vissuto insieme ai peccati commessi, ma anche per rivivere tutto ciò che di buono Dio ci ha mandato.
È un esercizio di discernimento che dovremmo fare tutti quanti, prima che sia troppo tardi!”.

Sopravvivere al XXI secolo di Noam Chomsky, José «Pepe» Mujica e Saúl Alvídrez

Questo libro racconta l’incontro fra «l’intellettuale vivente più influente del mondo» e «il politico più amato del pianeta», orchestrato e diretto dal giovane attivista e documentarista messican

Saúl Alvídrez. Ne scaturisce un dialogo appassionato, e appassionante, sui grandi temi del mondo di oggi: dai cambiamenti climatici alle guerre, alla crisi del capitalismo e alle sue mutazioni, alla corruzione sistemica, alla diffusione dei populismi e al degrado generalizzato della politica istituzionale. Ma oltre ad affrontare singole rilevantissime questioni contemporanee, Chomsky e Mujica, il saggio del Nord e il saggio del Sud, come li definisce affettuosamente Alvídrez, nella seconda parte del volume tracciano una mappa dei valori che devono guidare l’umanità nel ventunesimo secolo. Valori che è necessario seguire perché un futuro possa ancora esistere; valori che rappresentano tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

Colloquio fra due punti di riferimento mondiali del pensiero contemporaneo, Sopravvivere al ventunesimo secolo è un’occasione unica: fermarsi ad ascoltare Chomsky e Mujica è istruttivo, e bellissimo.

Le grandi domande di Umberto Galimberti

Quello che vedi è reale? Ti senti libero? Da dove vengono i tuoi pensieri? Dio esiste? Cinquanta domande per ragionare intorno ai grandi temi della vita, sviluppare senso critico e capacità di indagare noi stessi.

Attraverso le parole dei pensatori che via via incontriamo in queste pagine, si apre lo spazio per il dialogo e per un gioco senza confini perché, come spiega Umberto Galimberti, domandare e rispondere è “fare filosofia”. Età di lettura: da 9 anni.

Il cuore è uno zingaro di Luca Bianchini

Il maresciallo Gino Clemente avrebbe immaginato tutto tranne che doversi trasferire dalla sua amata Polignano a Bressanone, in Alto Adige, a pochi chilometri dall’Austria, dove molti parlano tedesco e la gente cena alle sette di sera. Per cercare di integrarsi nella comunità altoatesina si muove in mountain bike, mentre l’inseparabile moglie Felicetta si dà al giardinaggio nella loro nuova casa, con risultati altalenanti. A rallegrare la permanenza al Nord è il ritorno inatteso di una vecchia gloria della musica pop italiana: Gabriel Manero, noto per aver scritto nel 1983 il suo unico grande successo – Todo corazón – che li aveva fatti innamorare. Il cantante, originario proprio di quella città dove non si esibisce da quarant’anni, viene invitato a inaugurare la Casa del luppolo, la birreria gestita dalla biondissima Barbara Kessler, e il suo concerto chiama a raccolta tutti gli abitanti dei dintorni. È l’occasione per un tuffo nel passato: molti fra i presenti lo conoscono dai tempi dei Righeira, e lui dopo l’esibizione decide di festeggiare questa rimpatriata nella sua eccentrica villa. Tutto sembra andare per il meglio ma, tra lo sconcerto generale, la mattina seguente Gabriel viene trovato senza vita sulle scale di casa. Si tratta di una caduta accidentale oppure no?

Sarà il maresciallo Clemente, aiutato dalla moglie, dal cane Brinkley e dal proprio formidabile intuito a risolvere quello che sembra un enigma incomprensibile. A sostenerlo nell’impresa ci sono il brigadiere Guglielmotto, un intraprendente piemontese dai denti che “più bianchi non si può”, e il suo storico braccio destro Agata De Razza, che a Bressanone è di casa e lì ha lasciato un grande amore.

Tra vecchie canzoni e indizi difficili da decifrare, il maresciallo resta fedele a se stesso e scopre l’anima inquieta e vibrante di un paese che alcuni chiamano Brixen e che fino a quel momento sembrava molto, troppo tranquillo.

Mare fuori. Le forme dell’amore di AA.VV.

Il romanzo tratto dalla serie Tv Mare Fuori

L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli ospita ragazzi che sbagliano. C’è chi sbaglia senza volerlo, chi sbaglia con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi beccare e non quello di commettere il crimine. Quando si è adolescenti il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri sogni, senza paura o senza mostrare di averla.
L’Istituto si affaccia sul mare: il rumore delle onde, le vele delle barche, i gabbiani sospesi nel vento sono spesso l’unico appiglio per le ragazze e i ragazzi detenuti a cui aggrapparsi e sognare una vita migliore, in cerca di quell’amore che non hanno ricevuto o che non sanno ancora donare, al quale ancora faticano a dare nome e forma. Perché le forme dell’amore sono infinite, ma non bisogna mai smettere di cercare quella che ci rende più felici.
Questo romanzo racconta le loro storie.

Storie che si consumano dentro le mura del carcere ma che sono cominciate fuori, a volte in famiglie crepate più di certe case dei vicoli di Napoli, altre in famiglie eleganti di città lontane dove chi sbaglia è escluso per sempre.
Storie uniche e intrecciate, raccontate da voci molto diverse che urlano per disperazione e nella speranza di avere un’altra possibilità dalla vita.
Storie che uniscono e dividono, storie di giovani e adulti legati da un destino in cerca di riscatto, perché quando un minorenne finisce in carcere c’è spesso un adulto che non ha saputo ascoltare, che non ha saputo capire, che non ha saputo abbracciare l’anima fragile che gli chiedeva aiuto.

La condanna di Walter Veltroni

Giovanni ha ventiquattro anni e ha coronato il suo sogno, quello di lavorare nella redazione di un quotidiano. Intorno a sé, però, ha soltanto colleghi più anziani, ormai apatici, storditi da un mestiere sempre più in crisi. Tranne uno, Sergio Fabiani, caposervizio della cultura, che gli affida il compito di scrivere un pezzo su Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato in modo selvaggio dalla folla nel settembre 1944. Il giovane giornalista si immerge allora nella ricerca e nello scavo: sotto la guida paterna di Fabiani, Giovanni ci porta sui luoghi che furono teatro del fatto – il Palazzo di Giustizia, il Tevere, Regina Coeli –, ci mostra le testimonianze di chi quel massacro l’ha visto e documentato, e ce lo restituisce in un racconto vivido, crudo, reale. Chi era Carretta? Un fascista o un antifascista? Oppure uno della “zona grigia”?

Con la precisione del reporter e l’abilità dello scrittore, Giovanni ricostruisce la storia di una condanna controversa, brutale, di certo ingiusta. Indagando le pulsioni e la rabbia che agitano la folla di quel settembre 1944 rivede, nella Roma liberata dal fascismo e dall’occupazione nazista, gli strepiti e i livori che si muovono, velenosi, nelle relazioni di oggi, nella comunicazione, sui social.

Walter Veltroni torna con un romanzo intenso, capace di raccontare un passato ancora attuale, in cui possiamo leggere in controluce – e forse decifrare, un passo alla volta, insieme a Giovanni – il presente in cui viviamo.

La grande fortuna di Olivia Manning

È l’autunno del 1939 e i novelli sposi Guy e Harriet Pringle dall’Inghilterra si trasferiscono a Bucarest. Guy insegna all’università e Harriet, che non ha una vera famiglia, ha accettato di seguirlo in Romania. I due non potrebbero essere più diversi, lui è tanto socievole quanto lei è introversa, e la giovane, con sgomento, si rende subito conto che dovrò condividere l’adorato marito con un’ampia cerchia di amici e conoscenti; tra questi il principe Yakimov, britannico di origini russe caduto in disgrazia, che vive di espedienti e trascorre le notti folleggiando; e la bella Sophie Oresanu, una studentessa universitaria locale che da tempo ha messo gli occhi su Guy.

Ma sono ben altre le difficoltà che attendono Harriet: a mano a mano che i giorni passano la minaccia dell’avanzata nazista si fa sempre più concreta e la combriccola di stranieri di stanza a Bucarest assiste con orrore alla disfatta degli eserciti alleati. È un mondo strano e incerto, quello in cui la coppia si ritrova a vivere: i mendicanti bazzicano a pochi passi dagli eccessi dei reali mitteleuropei, mentre i nuovi ricchi imitano la vita alla moda parigina e i giornalisti espatriati si abbuffano di tartufo e quaglie in gelatina in sfarzosi ristoranti.

In questo scenario esotico Harriet imparerà a conoscere suo marito, meravigliandosi giorno dopo giorno di fronte alla complessità dell’uomo semplice che credeva di aver sposato.

La principessa di Lampedusa di Ruggero Cappuccio

Eros, passione, misteri e segreti di famiglia fiammeggiano nella personalità di Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, che nel maggio del 1943 attraversa una Palermo deserta, tra le rovine provocate dai bombardamenti alleati. Beatrice riprende possesso del palazzo di famiglia: tra soffitti sfondati e librerie crollate, si riaccende il ricordo dei giorni in cui la città era meta di viaggiatori stranieri, un passato di grazia e splendore, sogni, fantasie e amori forse ancora possibili. Fuori dalle mura del palazzo, il presente si sgretola, l’Italia e l’Europa sono teatro di una guerra spaventosa, gli Alleati stanno per sbarcare in Sicilia. Il mondo sembra alla fine, ma Beatrice non si tira indietro: protegge, esorta, si espone. E il futuro?

Il futuro ha gli occhi malinconici di suo figlio Giuseppe e la splendida vitalità di Eugenia, giovane appassionata di stelle e pianeti che osserva Beatrice dalla finestra di fronte. La ragazza è affascinata dalla libertà naturale e ostinata con cui la principessa si comporta; libertà che la sua famiglia invece le nega, avendola prima costretta a interrompere gli studi di Fisica e ora cercando di imporle un matrimonio combinato. Per la ragazza e per il figlio, la principessa ha in serbo progetti ambiziosi che sfidano il tempo. E mentre tesse le sue trame d’amore, con l’aiuto della gente del quartiere organizza un ricevimento al quale saranno invitati i più grandi nomi del bel mondo palermitano, dai Lanza di Trabia ai Florio, dai Valguarnera ai Moncada. Un invito spregiudicato per un ultimo ballo sotto le bombe.

Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.

Il vecchio al mare di Domenico Starnone

«Nel corso della mia vita ho fatto di tutto, proprio di tutto, per smania di racconto». Sulla spiaggia di un ottobre caldissimo c’è un vecchio signore che legge, scrive, passeggia. Una mattina qualcosa gli leva il respiro, gli sfugge. Cosa se ne sta andando per sempre? Muove da questo istante di smarrimento un racconto vorticoso e raffinatissimo, teso e scanzonato, che insegue Rosa, ombra di madre sarta, morta troppo presto, e Lu, giovane commessa di boutique che, nel tempo libero, coltiva la passione per la canoa. Un libro sulla perdita del proprio mondo, sulla vecchiaia, sull’amore per le donne, sul prodigio e lo smacco della scrittura.

Gli ultimi sessant’anni di Nicola sono stati una corsa. Ha amato, ha promesso molto e dato molto meno, inseguendo un’idea tutta sua di felicità svagata. Ora ha ottantadue anni, e da tredici giorni ha preso in affitto una casa al mare tra le dune. Ogni mattina va a sedersi in spiaggia, in camiciola e calzoncini, quaderno e matita in mano, e osserva una ragazza pagaiare con eleganza tra le onde. Lu ha vent’anni e quando non va in canoa fa la commessa nella boutique di Evelina. A Nico fa venire in mente sua madre, anche se non le somiglia, come del resto nessuna delle donne della sua vita. Una madre morta troppo presto, reinventata dalla memoria e dalla fantasia, una madre che si faceva bella come un’attrice anche solo per uscire a fare la spesa, che cuciva abiti per le sue clienti, ma soprattutto per sé, quasi una disobbedienza, una fantasia peccaminosa, contro la gelosia furibonda del marito. Per questo gli abiti femminili per Nicola sono tuttora una festa, il segno di una passione ancora viva per le donne. Così nella boutique di Evelina assiste incantato, sedotto, al susseguirsi di blazer e caban, taffettà e seta damascata, che le amiche di Evelina prima e Lu poi si scambiano entrando e uscendo dai camerini. In una cittadina ventosa in cui sembra non accadere nulla, Nicola prova a districare le matasse di un variegato catalogo umano fatto di dispetti e pettegolezzi. E allora forse comprarsi un kayak, alla sua età, e andare a caccia di piovre giganti insieme al piccolo figlio di Lu diventa il modo per imbastire la trama di un’infanzia ancora tutta da scrivere, nell’inesausto tentativo di «trovare le parole giuste per dare un senso a ciò che mentre vivi viene giù a vanvera».

Il vecchio al mare ha la malinconia di certi orizzonti meravigliosamente lontani visti la sera da terrazze piene di salsedine, e di quegli incontri casuali, un mattino d’ottobre sul bagnasciuga, che a distanza di tempo ricordiamo con gratitudine. Il nuovo romanzo di Domenico Starnone è un perfetto congegno di erotismo, crudeltà, sottigliezza.

Basta che torni di Francesco Arca

“Basta che torni” gli dicevo senza riuscire a nascondere la commozione. Ed è per questo che lui comunque è sempre tornato, perché è quello che deve fare un padre, ogni padre, tornare a casa comunque, con le proprie ferite, i propri segreti e i propri silenzi. “Basta che torni” gli ho sempre detto, ma anche gli incantesimi più potenti a volte falliscono. E un giorno mio padre non è tornato. Ma non da una pericolosa missione militare come ci si aspetterebbe da un ufficiale dell’esercito come era il papà di Francesco Arca. Da quelle era sempre rientrato: stanco, sfibrato, distrutto dagli orrori della guerra, ma vivo.

È da una battuta di caccia in Toscana che il padre non tornerà più. Francesco ha solo sedici anni e niente sarà più come prima. Questa è la storia vera di una formazione, quella di un ragazzo che deve diventare uomo troppo presto, che deve affrontare le responsabilità, il dolore, la fatica, ma anche la rabbia che il ricordo di un padre scomparso gli carica sulle spalle. Perché proprio a lui? Perché suo padre è morto in una battuta di caccia invece che in Somalia o in Iraq? È davvero stato solo un incidente? Sono tutti dubbi che assillano Francesco, che lo costringono a fare i conti col rapporto con suo padre senza che però lui sia lì accanto a rispondergli. Sono domande a cui Francesco deve provare a trovare un senso da solo, con la sola forza dei suoi sedici anni e l’affetto di sua mamma e sua sorella.

Basta che torni è un romanzo biografico, una lettera, una confessione autentica di un figlio nei confronti di un padre, è il racconto di un ritorno a casa, di un viaggio alla ricerca della serenità per lasciar andare il passato e riempirsi della gioia del presente. È la storia vera e commovente di Francesco Arca, di un uomo che cercando chi fosse davvero suo padre ha trovato finalmente se stesso.

La vita segreta degli elementi di Kathryn Harkup e Ester Castelnuovo

Sono in molti a sostenere che tra le cause del crollo dell’impero romano ci sia il piombo: onnipresente tra vini e acquedotti, l’elemento traditore avvelenò lentamente i nostri antenati. È una teoria dibattuta, ma non ci sono dubbi sul fatto che gli elementi chimici influenzino il nostro mondo molto più di quanto pensiamo. Al tungsteno, e alla sua ostinatezza, si devono le prime lampadine che illuminarono le case vittoriane. Il carattere ambivalente del cloro è stato la causa di numerose morti in guerra come di altrettante guarigioni, ed è grazie all’affabilità dello stagno se nel Quattrocento si sviluppò la stampa. E per le banconote degli euro, be’, il merito non può essere che dell’europio.

Dietro a un aspetto rigoroso, la tavola periodica nasconde un mondo alquanto movimentato, affollato di vicende strabilianti e intricate relazioni, tra fiammate, esplosioni e mirabolanti passaggi di stato. Più impari a conoscerli, più ti accorgi che ogni elemento possiede un suo carattere: come in una grande famiglia, ci sono lo svitato e il piantagrane, la vecchia diva e l’ultimo arrivato, il tranquillone e il pollice verde, la coppia di inseparabili e i due che è meglio tenere lontani.

Kathryn Harkup raccoglie le “vite” uniche di 52 elementi, muovendosi tra aneddoti storici e particolari scientifici con umorismo e chiarezza. Che siate appassionati o che abbiate conosciuto la tavola periodica solo sui libri di scuola, La vita segreta degli elementi farà sfolgorare la chimica in una luce tutta nuova.

Non c’è niente di vero di Emiko Jean

Quando il telefono squilla, Mika si aspetta tutto tranne questa frase: «Sono Penny, credo di essere tua figlia». È la voce della sua bambina. La persona che, con il suo primo respiro, le ha insegnato il significato della parola amore. Mika avrebbe voluto regalarle il mondo, ma ha dovuto darla in adozione appena nata.

Sono passati sedici anni e ora Penny vuole conoscerla. Sua figlia non merita niente di meno che la perfezione, e stavolta Mika non può sbagliare. L’unica possibilità che ha è inventarsi una vita che non esiste: il lavoro dei sogni, il fidanzato perfetto e la casa più splendida che ci si possa immaginare. E mentre è occupata ad abbellire la verità, Mika non si rende conto che per Penny l’unica cosa importante è che sua madre sia sincera. Non ha bisogno che sia perfetta, desidera solo il suo affetto.

Quando l’illusione crolla e le bugie emergono, Mika si trova di fronte alle proprie insicurezze e al proprio senso di inadeguatezza. Per recuperare l’amore della figlia, deve rimettere insieme i pezzi della sua vita. Questa volta quella vera. Eppure, è proprio nelle crepe dell’imperfezione che si nasconde l’amore. L’amore, questa volta quello vero.

Vincere o niente di Tim S Grover

Tim Grover nella sua carriera come coach ha allenato e aiutato a raggiungere il successo Michael Jordan e Kobe Bryant, i più grandi campioni della storia del basket. La sua formula è semplice: per vincere, nel lavoro, nella vita o nello sport, bisogna essere costantemente affamati di sfide, bisogna mettersi sempre in discussione, impegnarsi al massimo per eliminare tutti quei cliché e quei pensieri negativi che ci rendono mediocri. Che tu sia un atleta, un imprenditore, un dipendente, un libero professionista cambia poco o nulla; il mindset per raggiungere la vittoria deve essere lo stesso.

Vincere o niente è un percorso che, attraverso 13 princìpi fondamentali, struttura uno schema infallibile per migliorare le tue performance, per abbattere tutte le piccole grandi bugie che ti costruisci, autosabotandoti, e che ti impediscono di esprimere il massimo del tuo potenziale. Prima di iniziare, però, devi essere sicuro di essere pronto a buttarti nella mischia senza la paura di affrontare gli ostacoli e le sfide che il metodo di Tim Grover ti metterà sul tuo cammino. Non c’è spazio, infatti, per chi non crede davvero di voler cambiare, di voler migliorare, per chi non desidera raggiungere il successo con tutte le sue forze.

Non sarà facile, ma se vi affiderete con convinzione a Tim Grover, come hanno fatto i più grandi atleti dello sport contemporaneo, capirete finalmente come innalzare il vostro livello e come diventare i campioni in quello che fate, senza aver più alcun timore nei confronti di possibili avversari, competitor o sfide che sembrano apparentemente impossibili da vincere.

Fanny Stevenson di Alexandra Lapierre

Fanny Stevenson è il racconto travolgente di un’esistenza fuori dal comune, ricca di sogni e avventure. La vita di una donna che fu l’unico grande amore dell’autore dello Strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde e dell’Isola del tesoro. Una donna che ha incarnato un’epoca, un mito e un mondo. Un’opera frutto di cinque anni di ricerche.

Ha vissuto mille vite. È stata cercatrice d’oro nei deserti del Nevada, ha dissodato giungle nelle isole dei mari del Sud, fu una delle prime donne a studiare pittura nella Parigi degli impressionisti.

Un giorno d’estate del 1876, in una locanda lungo il corso del Loing, fa la conoscenza di un giovane intellettuale scozzese. Ha quasi undici anni meno di lei, problemi ai polmoni e si teme per la sua vita. Tra quei due esseri che tutto separa – lei, americana, sposata, madre di tre figli; lui, unico figlio di austeri borghesi dell’epoca vittoriana – esplode l’amore.
Un amore più forte di qualunque proibizione. Più forte della malattia e della morte. Un amore che farà di un giovane ribelle uno dei geni letterari più famosi della sua epoca: Robert Louis Stevenson, immortale autore dell’Isola del tesoro e dello Strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.

Pulita di Alia Trabucco Zerán

Estela ha passato sette anni in quella casa, con quella famiglia. Sette anni come domestica a tempo pieno: lavare, pulire, preparare da mangiare, occuparsi della bambina, la piccola Julia. Ora Julia è morta e tocca a lei – la domestica, la tata – dare la propria versione della storia.

Raccontare per esempio di come ha lasciato la vita in provincia per tentare fortuna a Santiago, di come ha lasciato sua madre; raccontare della stanza sul retro dove ha dormito per tutto questo tempo, quella senza finestre; raccontare della bambina, delle unghie rosicchiate, delle pellicine sanguinanti; raccontare il disgusto e insieme l’affetto per i suoi datori di lavoro, le umiliazioni costanti; raccontare dei panni puliti, dei denti puliti, della faccia pulita; raccontare di Carlos, della cagnolina randagia, del veleno, della pistola.

Alia Trabucco Zerán ha scritto un romanzo sui conflitti di classe, il denaro, la famiglia, la rabbia. Una storia in cui la tensione cresce a ogni pagina per portarci a un finale inevitabile e potentissimo, che mostra come per chi non ha voce una semplice vita di routine può trasformarsi in un incubo. Forse, come dice Estela: «Ci sono molti modi di parlare. La voce è solo il più semplice».

Ritorno in Puglia di Marco Ferrante

Bernardo Bleve ha un complesso rapporto con la sua terra – una Puglia rappresentata nella sua antica bellezza ma senza alcuna forma di retorica –, con la sua famiglia – la moglie Elena, i figli Gelasio, che lavora a Londra nel mondo dell’alta finanza, Francesca e il giovane Pietro – e con l’azienda agricola che ha ereditato e che ha trasformato in una prospera impresa industriale di bevande. Tutti legami nei quali si mescolano idealismo e vanità, ipocrisia e desiderio di operare per un riscatto.

Alla fine degli anni novanta, quasi come sentisse il bisogno di riparare, attraverso il proprio impegno, a un’immensa disgrazia – l’affondamento di una motovedetta carica di profughi da parte di una nave da guerra italiana nelle acque di fronte a Brindisi –, Bernardo accoglie una famiglia di albanesi. Sospesi tra un passato lasciato al di là del mare e il futuro che si apre in Italia per i loro figli, gli albanesi portano con loro energie nuove ma al tempo stesso spezzano l’antico equilibrio. Tutti in questo romanzo, del resto, devono fare i conti con il tema della colpa: perché “non sappiamo mai veramente quanto male abbiamo fatto agli altri”, anche quando eravamo mossi dalle migliori intenzioni.

Marco Ferrante scrive un romanzo sugli slanci e le contraddizioni di una borghesia che si dichiara progressista ma che è animata dai moventi più inconfessabili, e sulle illusioni che possono sostenerci per una vita intera oppure farci imboccare la strada sbagliata. E dà vita a una storia che si legge come una avvincente saga familiare ma ha la densità di una tragedia.

Love affair di Anna Nicoletto

Matilde Moretti è un’ingegnera informatica, preferisce il codice binario alla maggior parte delle persone e detesta i compromessi. Tutti. Specialmente se hanno a che fare con Aron Carrara, l’uomo più attraente, sarcastico e geniale che lei abbia mai conosciuto, suo socio in affari nonché fidanzato… con il quale ha appena rotto su tutti i fronti. Per Aron la vita è una sequenza di dati misurabili e rischi imprevedibili. Essere il cofondatore di una software company in difficoltà non è un problema, custodire un enorme segreto familiare è fattibile, ma vivere sotto lo stesso tetto di colei che è appena diventata la sua ex… ecco, quello è un inferno. Perché Matilde è la donna con la quale finora ha condiviso tutto, e lei ora lo considera il suo peggior nemico. Il piano è semplice: sciogliere l’azienda, cambiare casa e mettere fine alla guerra.

Non fosse che, proprio in quel momento, l’app di dating sviluppata da Matilde e Aron, MyMatch, diventa virale accendendo i riflettori su di loro. Perché MyMatch ha così tanto successo? È ovvio: perché, agli occhi di tutti, i suoi creatori sono l’esempio dell’amore perfetto. E, se vorranno cavalcare l’onda, dovranno continuare a fingere che sia così. Ma recitare il ruolo degli innamorati in pubblico mentre sono sul piede di guerra in privato è un tormento. Perché, se simulare di desiderarsi è folle, ignorare l’attrazione esplosiva che divampa sotto la cenere è impossibile…

Anna Nicoletto firma una rom-com divertente e arguta, dove fra equivoci e colpi di scena l’inganno si trasforma in una seconda magnifica possibilità.

Ventre sepolto di Aliyeh Ataei

Sull’orlo di una crisi di nervi, Mani Rafat vaga per Teheran alla disperata ricerca della sorella gemella. Non ne trova più traccia e sentimenti contrastanti gli attraversano la mente. È un giovane ingegnere dallo spiccato gusto letterario, che soffre di disturbi psichici e fa uso di stupefacenti. La moglie lo ha lasciato perché Mani non riesce a darle un figlio. Intorno a lui, per giunta, la città si muove a un ritmo disumano.

A poco a poco, mentre il lettore lo insegue in questa ricerca spasmodica, il protagonista comprende che la sua inquietudine è alimentata da un dolore profondissimo: è un uomo, certo, e come tale lo riconoscono le persone in cui si imbatte, eppure dentro di sé custodisce un io femminile, cui da tempo non presta ascolto. A mano a mano che l’uomo inizia a riconoscersi meglio, la sua identità si sovrappone a quella della sorella perduta.

Tra ossessioni e discriminazioni, perciò, la ricerca della gemella si intreccia all’indagine sull’animo femminile che Mani ha riscoperto in sé, con un finale imprevedibile e commovente.

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