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ANTEPRIME libri: King Mazzantini Murakami i più attesi
Un calendario fitto di uscite editoriali per il mese di novembre. Tra gli autori più attesi King, Mazzantini e Murakami.
Stephen King, torna in libreria l” 8 novembre con un romanzo dal sapore storico ma sempre improntato sul brivido e la suspence che ha reso celebre lo scrittore americano.
In “22/11/63” i protagonisti scoprono un passaggio segreto per viaggiare nel tempo e torneranno nel lontanto 1963 all’epoca di Kennedy.
In Giappone è già considerato il libro migliore di Murakami. Ha venduto un milione di copie in madre patria e ora arriva in Italia, ufficialmente l’8 novembre 2011, con “1Q84”
Il titolo ricorda “1984” di George Orwell a cui pare lo scrittore abbia voluto tributare un omaggio.
Aomane la protagonista versa in uno stato confusionale, è un’abilissima killer che vendica tutte le donne che subiscono violenza. Tengo, invece, è un insegnante frustrato che accetta di diventare il ghost writer per vincere un prestigioso premio. Deve scrivere un racconto pericoloso e inquietante quasi fosse una profezia.
Tra le due storie si esplica la tensione di tutto il romanzo e l’abilità narrativa di Murakami.
Un romanzo surreale in pieno stile Murakami.
Torna anche Margaret Mazzantini con il romanzo “Mare al mattino” (uscita prevista il 18 novembre 2011).
L’autrice tratta un tema difficile e controverso affrontando il legame storico che unisce l’Italia e la Libia.
L’emigrazione e la speranza del riscatto, la dura realtà che tocca ai migranti una volta attraversato quel mare che li divide dal benessere agognato e dalla pace sognata.
La storia racconta di due figli, due madri. Due madri, due mondi: le due sponde di un unico mare. Un romanzo breve come una favola: di qua e di là dal mare, l’esilio di chi non è piú intero in nessun luogo.
C’è tutta la gente che ha sognato «una terra facile, senza armi. Una benedizione. Non sapeva che fosse senza fine, che gridasse da tutte le parti».
Altri libri ANTEPRIMA IN ARRIVO A NOVEMBRE.
Tutti i libri di prossima uscita sono già disponibili su UNILIBRO con il servizio Anteprima (prenoti il libro e viene spedito il giorno stesso della pubblicazione).
A cosa servono i politici? Di cosa si occupano i nostri politici e di cosa si dovrebbero occupare
di PIERO ANGELA (uscita prevista 15 novembre 2011)
Zia Antonia sapeva di menta
di Andrea Vitali (uscita prevista 17 novembre 2011)
Baci scagliati altrove
di Veronesi Sandro (uscita prevista 18 novembre )
Il nuovo romanzo di Giorgio Faletti: Tre atti e due tempi
Per la gioia di tutti i fans del trhriller all’italiana è in dirittura d’arrivo il nuovo libro di Giorgio Faletti.
“Tre e atti e due tempi” è già disponibile per la prenotazione su UNILIBRO con il Servizio Anteprima (il libro viene spedito il giorno stesso della pubblicazione ufficiale prevista per il 4 novembre 2011) già scontato – 15% sul prezzo di copertina.
C’è grande attesa per questo ritorno “letterario”. Giorgio Faletti non ha mai sbagliato un colpo e tutti i suoi romanzi sono diventati best sellers nel giro di pochi mesi.
Nel 2010 il libro” Appunti di un venditore di donne” fu tra i più venduti nel periodo natalizio e quest’anno tenta di nuovo il colpo (con ottime probabilità di riuscita)
Insieme a Donato Carrisi ha restituito piena dignità ad un genere, quello thriller – poliziesco, che sembrava appannaggio esclusivo degli scrittori americani.
Qusta volta Faletti indaga sul mondo del calcio e il male che lo ha colpito durante negli ultimi anni, la corruzione.
Squadre, giocatori, allenatori e partite in calendario sono gli elementi del racconto che però prende forma quando, in una domenica di campionato qualsiasi, scompare il mister.
Assolutamente da non perdere il nuovo libro di Giorgio Faletti “Tre e atti e due tempi”
Novità libri: audace e provocatorio il nuovo romanzo di Lorenzo Licalzi
“Il nostro era un abbraccio perfetto, sincronico, completo. Perché l’abbraccio non perdona, e quell’abbraccio, invece, ci aveva perdonati.
Fosse anche soltanto per una notte.”
“È successo tutto all’improvviso.
Tutto! all’improvviso. Ha suonato alla porta. Sono andato ad aprirle.
Appena l’ho vista ho avuto un sussulto, era uno schianto. Aveva i capelli sciolti, lunghi, un po’ mossi. Un leggero trucco esaltava la grandezza degli occhi. Un vestito verde corto e aderente le disegnava un corpo sinuoso e scopriva gambe perfette. Ma non è stato quello, è stata una irresistibile, incomprensibile, inaspettata questione di pelle. Sono andato ad aprirle, dicevo, lei mi ha sorriso, ha fatto due passi dentro casa tenendo una mano dietro la schiena, io ho richiuso la porta, lei ha detto scusa volevo portare una bottiglia di vino ma in paese lo spaccio era già chiuso. Poi ha tolto la mano da dietro la schiena, mi ha detto ti ho portato un fiore, me lo ha dato, ha accennato un sorriso e un piccolo inchino, io l’ho preso dicendo uh, grazie, lei si è alzata un po’ sulla punta dei piedi, mi ha baciato una guancia, poi l’altra, poi ha chiuso gli occhi, con la bocca è scivolata verso la mia bocca, sulla mia bocca. E ci siamo baciati.”
Un lungo fortissimo abbraccio, libro di Lorenzo Licalzi
“Entrare nel corpo di un uomo di vent’anni e innamorarsi di nuovo. Un’idea semplice e geniale, irresistibile come un abbraccio”
(Pupi Avati).
Una storia “futuribile” quanto provocatoria. Coglie nel segno Lorenzo Licalzi, ambientando la storia in un futuro in cui la medicina ha superato confini prima inimmaginabili.
Un ottantenne colpito da una malattia degenerativa decide di sottoprsi ad un esperimento. Il suo cervello verrà trapiantato nel corpo di un ventenne.
E tutto quello che accade dopo coinvolge e stravolge sentimenti, convenzioni e senso della realtà.
Un romanzo audace con un finale per nulla scontato.
Se non ora adesso: libro di Don Andrea Gallo prefazione Moni Ovadia
Anteprima della prefazione del nuovo libro di Don Andrea Gallo “Se non ora, adesso” a cura di Moni Ovadia.
“Sono più che indignato, sono proprio incazzato, non si può dire ma è così” – Don Andrea Gallo.
“Don Andrea Gallo, prete da marciapiede come lui stesso si definisce, è uno dei sacerdoti più noti e più amati che abitino il nostro disastrato paese. Centinaia di migliaia di persone lo sentono come un fratello, moltissimi fra costoro lo considerano una guida, un maestro, un compagno nell’accezione militante del termine, ma il Gallo è prima di tutto e soprattutto un essere umano autentico. In yiddish si dice «a mentsch». La nostra nascita nel mondo come donne e uomini è un evento deciso da altri anche se la costruzione in noi del capolavoro che è un essere umano autentico dipende in gran parte dalle nostre scelte. Il tratto saliente di questo percorso è l’apertura all’altro laddove si manifesta nella sua più intima e lancinante verità, ovvero nella sua dimensione di ultimo, sia egli l’oppresso, il relitto, il povero, l’emarginato, il disprezzato, l’escluso, il segregato, il diverso.
L’apertura all’altro, sia chiaro, non si manifesta nel melenso atto caritativo che sazia la falsa coscienza e lascia l’ingiustizia integra e perversamente operante, ma si esprime nella lotta contro le ingiustizie, nell’impegno diuturno per la costruzione di una società di uguaglianza, di giustizia sociale, in una vibrante interazione di pensiero e prassi con una prospettiva tanto laicamente rivoluzionaria, quanto spiritualmente evangelica. Il «Gallo» è radicalmente cristiano e sa che il messaggio di Gesù è un messaggio rivoluzionario, radicale e non moderato, ed è per questo che l’hanno messo in croce, per la destabilizzante radicalità del cammino che indicava. «Beati gli ultimi perché saranno i primi» non è un invito a bearsi in una permanente condizione di minorità per il compiacimento delle classi dominanti, ma è un’incitazione a mettersi in cammino per liberare l’umanità dalla violenza del potere, per redimerla con l’uguaglianza. La parola ebraica ashrei, tradotta correntemente con beato, si traduce meno proditoriamente con in marcia, come propone il grandissimo traduttore delle scritture André Chouraqui.
È questa consapevolezza che fa di don Gallo un profeta e non nell’accezione volgare e stereotipata con cui spesso si vuole sminuire o sbeffeggiare il ruolo di questa figura, ma nel senso più profondo di uomo che incarna la verità dei grandi pensieri ripetutamente e capziosamente pervertiti dai funzionari del potere, siano essi i soloni del regno terreno, siano essi i chierici del cosiddetto regno celeste. Questa è la ragione per la quale il profeta trasmette la parola del divino e il divino del monoteismo ha eletto come suo popolo lo schiavo e lo straniero, l’esule, lo sbandato, il fuoriuscito, il diverso, il meticcio avventizio perché tali erano gli ebrei e non un popolo etnicamente omogeneo come oggi vorrebbe uno sconcio delirio nazionalista. In questa sua fondamentale opera che deve essere letta da chiunque voglia capire le parole illuminate di questo prete da marciapiede, Gallo ci ricorda che l’etica è più importante della fede, come il filosofo e grande pensatore dell’ebraismo Emmanuel Lévinas suggerisce nel suo saggio Amare la Torah più di Dio.
Come già il profeta d’Israele Isaia dichiara con parole infiammate, il Signore stesso chiede agli uomini di praticare etica e giustizia perché disprezza la fede vuota e ipocrita dei baciapile: Che mi importa dei vostri sacrifici senza numero. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso dei giovenchi. Il sangue di tori, di capri e di agnelli Io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i Miei Atri? Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio, noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, Io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, Io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.
Il profeta autentico non predice il futuro, non è una vox clamans nel deserto, è l’appassionata coscienza critica di una gente, di una comunità, di un’intera società, ed è questa coscienza che si incide nella prole perché le parole diventino fatti, azioni militanti a ogni livello della relazione interumana e per riconfluire in parole ancora più gravide di quella coscienza trasformatrice.
Questo è a mio parere il senso che don Gallo attribuisce al primato della coscienza espresso mirabilmente nel documento conciliare Nostra Aetate uscito dal Concilio vaticano II voluto da Giovanni XXIII, il «papa buono», ma buono perché giusto. Con il poderoso strumento della sua coscienza cristiana, antifascista, critica, militante, laica ed evangelicamente rivoluzionaria, il prete cattolico Gallo riesce a confrontarsi con i temi socialmente più urgenti ed eticamente più scabrosi, smascherando moralismi, le rigidità dottrinarie, le ipocrisie che maldestramente travestono le intolleranze per indicare il cammino forte della fragilità umana come via per la liberazione. Quest’ultima e intima verità dell’uomo, Andrea Gallo la conosce, la sente e la ritrova nelle parole più impegnative delle scritture perché istituiscono l’umanesimo monoteista, ma anche l’umanesimo tout court nella sua dirompente radicalità: «Ama il prossimo tuo come te stesso, ama lo straniero come te stesso, ciò che fai allo straniero lo fai a Me».
La passione per l’uomo, per la vita e per l’accoglienza dell’altro si coniugano in questo specialissimo uomo di fede con un folgorante humor che dissipa ogni esemplarità predicatoria per aprire la porta del dialogo fra pari a chiunque voglia entrare, cristiano o musulmano, ebreo o buddhista, credente o ateo. In don Gallo si compie il miracolo dell’ubiquità: lui è radicalmente cristiano e anche irriducibilmente cattolico, ma potrebbe anche essere uno tzaddik chassidico, così come è un militante antifascista e un laicissimo libero pensatore. Per me il Gallo è un fratello, un amico, una guida certa, un imprescindibile e costante riferimento. Per me personalmente, la speranza tiene fra le labbra un immancabile sigaro e ha il volto scanzonato di questo prete ribelle.”
Moni Ovadia, Prefazione del libro “Se non ora, adesso” di Don Andrea Gallo
Sabato 15 ottobre: Don Andrea Gallo presenta i nuovi libri in tv
Instancabile Don Andrea Gallo, un fiume in piena carico di energia propostiva e sabato 15 ottobre presenterà i suoi nuovi libri durante la nota trasmissione televisiva su Rai tre “Che tempo che fa” di Fabio Fazio.
Un autore impegnato, Don Andrea Gallo, che attraverso i suoi libri trasmette coraggio – sopratutto ai giovani – per rivendicare i propri diritti e chiedere a gran voce giustizia sociale.
E sono ben 3 i nuovi libri di Don Andrea Gallo e che UNILIBRO ha messo in promozione al 15% di sconto!
Il nuovo libro “Se non ora, adesso” è impreziosito in apertura dalla Prefazione di Moni Ovadia, popolarissimo drammaturgo scrittore e cantante italiano, che definisce Don Andrea “Un profeta dei nostri tempi”.
Un libro in cui Don Andrea sintetizza la filosofia di una vita intera:
“Prima viene l’etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un’occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza “eversiva” del Vangelo è in un’idea di cittadinanza ricostruita a partire dall’incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi”.
E in “Non uccidete i giovani” ammonisce la politica e le scelte di un sistema economico che penalizza i giovani. Un appello accorato a non rassegnarsi.
«Prima di tutto una profonda riflessione su come e perché siamo arrivati a questo punto. Poi, investire massicciamente nella scuola, nell’Università, nella ricerca, investire cioè sui giovani. Una società che non punta sui giovani è una società senza futuro… Bisogna cambiare mentalità, risvegliare il solidarismo ed esprimere una classe politica degna di questo nome. La sinistra sappia fare la sinistra, la destra non si accodi ai principi del bunga bunga e il centro non si limiti a fare l’ago della bilancia per mercanteggiare. Prima ci si sveglia dalla fuga nei sogni di cartapesta, di facili successi, e dalla dipendenza televisiva, vera e propria droga dell’ultimo ventennio, prima si evita che i sogni diventino incubi.»
“Il vangelo di un utopista” un libro in cui l’autore racconta dei propri vangeli, quelli più intimi e personali che hanno contribuito alla maturazione di un pensiero critico e una forte coscienza civile.
Senza dimenticare di citare la forza della preghiera, che non importa a chi sia rivolta, Dio, Budda o altre divinità, è sempre “… l’espressione che viene dal profondo del cuore”.
Ed è proprio in affermazioni del genere che si riflette lo spirito aperto e accogliente di Don Andrea Gallo. Da sempre in fila per eliminare le differenze di qualsiasi genere: razza, etnia, cultra o religione.