Una “bella dentro” tira fuori i mille dubbi dell’universo femminile

libro io sono bella dentroA cura di Raffaele Basile

Io sono bella dentro – Un libro da leggere solo se pensi di avere la cellulite” è una vivace raccolta degli articoli pubblicati nel suo blog da Adriana Re. Un libro dove spesso la smorfia di contrarietà per i problemi quotidiani delle donne cede spazio al sorriso sdrammatizzante.

Io sono bella dentro è una raccolta edita da Kimerik di articoli scelti, tra quelli pubblicati nel suo blog, da Adriana Re, una giovane scrittrice siciliana. La “genesi” della pubblicazione costituisce al tempo stesso la forza e il limite del testo.

La “forza” perché si avverte la corrente d’empatia riguardo a problematiche minori, ma non marginali delle donne, una sorta di flusso di energia latente che attraversa le righe del libro.

Il “limite”, perché non si avverte uno sforzo di rielaborazione organica per ricondurre a unità un pensiero un po’ frammentato. La scrittrice è però un’attenta e critica osservatrice della realtà quotidiana, particolarmente interessata alla comprensione dei tanti “fantasmi” che si materializzano spesso dal nulla per tormentare le donne d’oggi. Colpa anche della tv e del martellamento mediatico che subisce quotidianamente l’Io femminile.

«La nostra è una società televisiva, sempre più attaccata all’immagine», osserva la Re, per poi rammaricarsi di come molte donne vivano questo tipo di condizionamento: «siamo così occupate a criticarci, scovarci difetti, che tralasciamo il nostro vero io, le nostre qualità, il nostro valore fisico e interiore». La Re non ha la pretesa di dare risposte alle problematiche trattate.

«Io sono bella dentro!» è invece un’asserzione perentoria, un dogma di fede che funge da “mantra” del libro intero. Ma questa è l’unica concessione “integralista” di una scrittrice dalle solide basi relativiste che la portano a sdrammatizzare tematiche che spesso divengono, invece, per molte donne un valido motivo per “avvelenare” la propria esistenza.

Se Io sono bella dentro! fosse un romanzo, potrebbe essere un racconto “minimalista”, in cui sarebbe assegnato al “contesto” il compito di definire i “significati”. La lettura a tratti diverte, grazie all’originalità e alla freschezza del linguaggio. Non mancano, tuttavia, impreviste e repentine “cadute” nell’ovvietà e nella ridondanza. La suggestiva metafora dell’autrice («la linea non è una retta, è più che altro una curva»), ben si addice anche al libro, piacevole nella lettura e lineare nella trattazione, nonostante qualche “sterzata” verso l’ovvio ne spezzi talvolta l’originalità e la freschezza. Proprio sul finire del libro, l’autrice ci svela comunque la giusta chiave di lettura per questa sua raccolta di pensieri, in tutta libertà: «Non siamo difettose! No…Ognuna di noi è bella a suo modo. Il nostro male si chiama insicurezza ». Centrato!

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