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“Questi Fantasmi!”: da Pirandello a Eduardo De Filippo
Nasceva il 24 Maggio 1900 Eduardo De Filippo, attore, regista, sceneggiatore, scrittore e poeta italiano.
Autore di numerose opere teatrali da lui stesso interpretate, fu anche candidato per il Premio Nobel per la letteratura.
La commedia forse più nota di Eduardo, Natale in casa Cupiello, portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli, il 25 dicembre 1931, segna di fatto l’avvio vero e proprio della felice esperienza della Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”, ma è Questi Fantasmi!, scritta nel 1945, la prima ad essere rappresentata all’ estero: il 7 giugno 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt, in occasione del “Festival internazionale d’arte drammatica”.
Questi Fantasmi! racconta la vicenda di Pasquale Lojacono, inventivo tuttofare, che, a causa ristrettezze economiche, è costretto insieme alla sua famiglia a lasciare la propria abitazione. Riesce a ottenere gratis per cinque anni un appartamento situato in un elegante palazzo del centro di Napoli che la vox populi dichiara infestato dai fantasmi.
Caso vuole che anche Alfredo Marigliano, amante della moglie di Pasquale, si sia trasferito nel palazzo accanto e ogni notte riesce a far visita, passando per il terrazzino, all’amata e prima di sparire lascia sempre un po’ di soldi in regalo.
Pasquale scambia le visite di Alfredo per la presenza di un fantasma benevolo.
Se Pasquale sia un credulone o un “cornuto contento” non è dato saperlo ed è proprio in ciò che risiede il significato della commedia e del pensiero eduardiano.
Nel testo si alternano in modo perfetto comico e tragico ed entrambi ci fanno sorridere dei personaggi e delle loro vicende.
La vita vera viene “messa fra parentesi”, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze, avvicinandosi così a uno dei temi più cari a Pirandello: le maschere, la vita vissuta tra ribalta e retroscena.
A volte per i personaggi pirandelliani ed eduardiani è fondamentale fingere di non vedere la realtà, è necessario indossare la maschera che la società impone.
La differenza tra i due autori sta nella materia dei fantasmi: per Pirandello i fantasmi sono frutto della nostra mente, li creiamo noi ed emergono nella nostra mente, si impongono all’uomo costringendolo a guardare il proprio Io; i fantasmi eduardiani sono invece più reali, più concreti.
Sia Pasquale che Alfredo pur essendo antagonisti sono entrambi vittime della società, di condizioni esistenziali (povertà, asfissiante matrimonio,….) che non sanno gestire, di fantasmi che irrompono nella loro vita e con cui devono imparare a convivere.
Lasciamo a voi la scoperta degli altri significati e interpretazioni di cui è intrisa la commedia.
Buona lettura!
Qualcosa
“E le prese, all’improvviso, una grande nostalgia di Niente”
#Qualcosa
#Troppo
#Niente
«Qualcosa» è un romanzo di Chiara Gamberale illustrato da Tuono Pettinato che racconta le vicende della principessa Qualcosa di Troppo.
La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa, ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo ma, quando sua madre muore, si ritrova «un buco al posto del cuore». Smarrita, prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a «non-fare qualcosa di importante».
Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del «non-fare» e del silenzio, dell’immaginazione, della noia, tutto quello da cui era sempre fuggita. Ma pur di non fermarsi e di non sentire l’insopportabile «nostalgia di Niente» che la perseguita ricomincia a fare troppo, fino ad arrivare in un misterioso tempio color pistacchio e capire che «è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura».
Una storia che ha la leggerezza della fiaba e la profondità di un classico. Una riflessione particolare e significativa sul dolore, l’amicizia, l’amore, su quel vuoto che a volte ci portiamo dentro senza capire cos’è e altre sapendo esattamente di cosa si tratta.
Una favola che ci mette in guardia dall’errore di riempire le nostre vite di cose effimere solo per non percepire il vuoto, quell’insoddisfazione che abbiamo, ma che di fatto ci fanno perdere di vista chi siamo e cosa vogliamo.
“Il buco nel cuore” non si deve riempire troppo, sovraccaricarlo.
Chiara Gamberale infatti ci ricorda come far pace con il vuoto significhi riempire le nostre vite di qualcosa di autenticamente bello, senza mai doversi accontentare del troppo.