Archivi per la categoria ‘Narrativa Straniera’
Dentro l’acqua: il nuovo romanzo di Paula Hawkins
Esce il 2 maggio il nuovo thriller dell’autrice de La ragazza del Treno
Pubblicato sempre da Edizioni Piemme, è già prenotabile su Unilibro.it
Ti ha spiato dal finestrino del treno…ora ti trascinerà a fondo.
Non fidarti mai di una superficie troppo calma
Paula Hawkins è inglese, faceva la giornalista freelance e si è ritrovata, da un giorno all’altro, ad essere un’autrice bestseller mondiale, grazie al thriller La ragazza del Treno, di cui sono state vendute nel mondo 18 milioni di copie e che è diventato un film, ora disponibile anche in dvd.
Il 2 maggio torna in libreria con Dentro l’acqua, un altro thriller incalzante, claustrofobico, intricato ed estremamente coinvolgente. Ancora una volta la Hawkins sceglie protagoniste femminili, due sorelle: una, Nell, ritrovata morta sul fondo di un fiume, noto per essere l’ultima spiaggia di donne disperate, difficili e scomode, l’altra, Julia, costretta, in seguito al ritrovamento del corpo di sua sorella, a tornare nella soffocante cittadina in cui ha passato la sua infanzia, costretta a rivivere ossessioni, angosce e paure.
Dentro l’acqua è un romanzo più maturo e, probabilmente, anche meglio scritto rispetto all’esordio, ma la Hawkins non ha perso il suo tratto tipico e la sua volontà di “spiare e indagare le vite degli altri”, cercandone piccole o grandi ombre.
Sete: il nuovo thriller di Jo Nesbo
Harry Hole è tornato
Attesa fervente per l’undicesimo capitolo della serie #HarryHole, da oggi finalmente in libreria.
Sete, questo il titolo del nuovo romanzo di Jo Nesbo, segna il ritorno del celebre investigatore, costretto a rimettersi in azione perchè l’unico in grado di risolvere un complicato intrigo di delitti che, come sempre, sconvolge la città di Oslo.
Una storia cupa e scritta in maniera magistrale, che inizia con un Harry oramai cinquantenne, sposato con Rekel e lontano, pare, da alcol, sangue e omicidi. Di giorno docente nella scuola di polizia, di notte in preda agli incubi della sua maledetta vita precedente. Mai e poi mai vorrebbe tornare in prima linea ma, il killer che beve il sangue delle donne che uccide, lo spinge a farlo.
Non può esimersi, lui è il migliore.
Sete è l’occasione per riabbracciare uno dei personaggi più amati dai lettori italiani di thriller o, per chi non lo avesse già fatto, per affacciarsi per la prima volta nel mondo cupo e affascinante dell’autore.
Su Spotify la colonna sonora del nuovo romanzo di O’Connor!
Esce oggi, per Guanda Editore, il nuovo romanzo di Joseph O’Connor, si intitola ”IL GRUPPO”
E’ disponibile anche in una speciale edizione ebook con i link su #Spotify alle canzoni citate nel testo.
Il romanzo è la storia di una grande amicizia adolescenziale tra Robbie Goulding e Fran Mulvey: si conoscono al college e quello che li accomuna è la passione per la chitarra, e il tentativo di interpretare il mondo secondo i testi delle canzoni preferite. Siamo agli inizi degli anni Ottanta e i modelli di riferimento sono #DavidBowie, i #VelvetUnderground e altri grandi musicisti. I due amici formano un gruppo, e in una vicenda che copre venticinque anni di musica e amicizia, il loro percorso è quello tipico delle rock band: musica, trasgressione, incontri con star del calibro di #PattiSmith e #ElvisCostello, le desolate periferie inglesi, i concerti all’Hollywood Bowl, fino ad un’ultima magica notte a Dublino.
L’edizione speciale ebook, realizzata integrando i brani presenti su Spotify, disponibile anch’essa dal 25 giugno, è arricchita con le tracce musicali delle canzoni: dagli #Abba a #ZiggyStardust, passando per i grandi successi dei #RollingStones, di #EltonJohn, dei #Clash e di molti altri.
Si può ascoltare la colonna sonora del romanzo tramite Spotify scaricando gratuitamente la app. Altrimenti si può scoprire la playlist da browser a questo indirizzo:
https://open.spotify.com/…/…/playlist/5NWRp0k1FJy9xCMAlD5W21
Pesca al salmone nello Yemen:
racconto surreale sui rapporti Occidente e Medio Oriente
“Pesca al salmone nello yemen” è un racconto surreale da cui è stato tratto il film di Lasse Hallstron: “Il pescatore di sogni”.
Un ricco sceicco dello yemen decide che la pesca al salmone è lo sport perfetto per il suo popolo, che così imparerà finalmente cos’è la pazienza, la soddisfazione nel raccogliere frutti della propria fatica e sarà un gradino più vicino alla moderna Inghilterra.
Il facoltoso arabo finanzia il suo eccentrico progetto con un’enorme somma di denaro e ingaggia la più importante azienda britannica del settore.
L’obiettivo da raggiungere è dei più complicati: si tratta di impiantare nel deserto un sistema di vasche nelle quali i salmoni delle gelide acque scozzesi possano nuotare.
Il biologo Alfred è a capo del progetto che, con l’aiuto del visionario sceicco arabo e della bella Harriet, alla fine prende forma, a dispetto dei complotti terroristici e dell’ancora più pericolosa ottusità del primo ministro inglese. Il giorno in cui quest’ultimo e lo sceicco stanno per pescare insieme il primo salmone, davanti alla stampa di tutto il mondo, il destino (o la natura?) si prenderà una giusta e esilarante rivincita.
In realtà l’autore con questa simpatica e stravagante storia vuole mettere in luce i rapporti politici/commerciali tra Occidente e Medio Oriente, rapporti che vedono spesso la democrazia britannica eseguire ogni eccentrica richiesta del ricco sovrano perché.. bè, perché i soldi comprano tutto, anche la ragionevolezza.
La possibile pesca di salmoni nello yemen è il difficile tentativo di mediazione tra due culture diverse, tentativo che, seppur animato da buone intenzioni, segue un metodo sbagliato. Pervaso da una comicità grottesca, lo stile è contraddistinto dalla sottile ironia e dal gusto del paradosso tipico dello humor britannico.
La narrazione procede con documenti, pagine di diario, e-mail d’ufficio e interviste; il che può rappresentare un piccolo ostacolo per il lettore, che è costretto a costruirsi da sé una continuità in questi frammenti, ma con un po’ di giusta attenzione la storia si ricostruisce perfettamente.
Narcopolis: Bombay anni 70, viaggio al centro dell’allucinazione
Narcopolis è il primo romanzo dello scrittore indiano Jeet Thayil. Come lo stesso titolo suggerisce, la trama si concentra sull’esperienza dell’assunzione di droghe, ma non solo, i personaggi si dedicano alla sperimentazione di qualsiasi esperienza che alteri i sensi o che porti a un diverso livello di coscienza.
Narcopolis si svolge in India, nella città di Bombay, il periodo può essere identificato all’incirca con gli anni ‘70-80. Lo stesso autore dichiara di avere provato in prima persona le esperienze che ci racconta nel suo romanzo, e di essere stato per molti anni consumatore accanito di droghe e alcol.
Ma il suo non è un semplice resoconto della caduta e della guarigione dalla dipendenza, ma qualcosa di più profondo, che fa scattare subito l’empatia del lettore, e vuole porre l’attenzione sull’impegno sociale del paese, e il ruolo degli studiosi, degli artisti e delle prostitute.
La storia prende vita raccontata attraverso gli occhi dei personaggi, che con le loro vicende ci mostreranno anche il cambiamento delle fumerie d’oppio quando la terribile nuova droga, l’eroina, inizia a circolare.
Il narratore, Dom Ullis, arriva da New York per ritrovarsi immerso nelle fumerie d’oppio e nei bordelli di Bombay. In particolare il bordello più famoso della città, quello di Rashid, è popolato da un cast di personaggi degenerati e magnetici che ci lavorano, compreso Dimple, l’eunuco che costruisce pipe, il violento Rumi, l’imprenditore e rifugiato cinese Mr. Lee e un insieme di poeti, prostitute e gangster.
Tra i personaggi apparirà anche un serial killer, una sorta di “graziatore” che pretende col suo metodo di porre fine alle sofferenze della gente. Un intento non secondario del romanzo è quello di ricordare tutte le vittime di questa piaga che affligge i paesi più poveri così come i più ricchi, nella speranza che il loro esempio allontani dalla droga.
Dal romanzo emerge come la droga, l’alcol, il sesso siano la stessa risposta a domande diverse. Per le classi più disagiate costituiscono la reazione alla loro povertà, alla crudeltà altrui che vivono sulla loro pelle, ai loro sogni infranti. Per gli artisti è la fonte di ispirazione per la propria arte. Per le classi più alte può essere un divertimento, una moda. Bombay ne emerge come una città grottesca, in cui la maggior parte degli abitanti vive in una condizione di semi-miseria.
Thayil ci descrive i suoi bassifondi, le fumerie d’oppio, i bordelli, le vie buie e sporche; senza tradire nessuna nostalgia per il periodo della sua vita in cui vi abitava. Il tutto senza tralasciare i dettagli più tristi o scandalosi, senza paura di raccontare la verità.
A cura di Flora Marchesi