Il romanzo di Alba Tortorici: Tè alla menta

Tè alla menta nasce dall’esperienza di vita vissuta dall’autrice, pittrice, che per curiosità e voglia di vivere un’avventura di vita accetta di trasferirsi in Algeria con la società dove lavorava come segretaria.  Accettare di trasferirsi in Africa avrebbe potuto ampliare anche le sue vedute artistiche e quindi non ha esitato nell’accettare l’opportunità di lavorare in un cantiere italiano, sito sulla montagna alle spalle di Algeri e a pochi chilometri dal predeserto.
Erano gli anni ottanta, ancora nessuno parlava del mondo musulmano e pochi conoscevano questo mondo intrigante!  Quindi ignara di ciò che l’aspettava parte  fiduciosa, sicura che l’organizzazione della società dove lavorava l’avrebbe sicuramente protetta da ogni evenienza. Il cantiere italiano (impegnato nella costruzione di un impianto di antibiotici, il primo in Algeria),  si trovava a pochi chilometri dalla cittadina di Médéa e a circa cento chilometri da Algeri, stabilimento ancora oggi funzionante.
La voglia della conoscenza e la curiosità l’hanno spinta a guardarsi intorno ogni istante della giornata….. spinta anche dalla esuberante giovane età.  Si fa travolgere da tutti gli eventi e non trascura i colleghi di cantiere, fonte di informazione del luogo e dei costumi,  che già vivevano da qualche anno a Mèdèa.  Non soddisfatta dai soli racconti di vita dei colleghi e dagli avvertimenti di stare attenta perché “donna” e “infedele”,  vuole viaggiare per visitare l’Algeria e quindi nei fine settimana organizza con un collega i viaggi per vedere e vivere un po’ il sahara e…  la magia che le attribuiva.  Incuriosita dalle donne velate,  ha cercato in tutti i modi di conoscerne qualcuna per capirne la mentalità, ma soprattutto il modo di vivere.
Importante anche l’ottica di donna occidentale nei confronti della donna musulmana!

Fondamentale è stata la conoscenza di un’altra italiana assunta nello stesso cantiere che ha contribuito ad ampliare le vedute verso il mondo algerino, rendendole tutto più facile perché era  già residente da qualche anno in Algeria,  quindi più consapevole del luogo. Questo incontro lavorativo e di amicizia le porterà altre avventure e allegria.  La gioia di vivere era tanta,  accentuata dalla fame di conoscenza,  suggerendo così nuove emozioni nella pittura ed esaltandone l’esperienza di vita indimenticabile.
Dopo circa otto anni rientra in Italia con un  gran bagaglio di esperienze che ha trasferito sulla carta,  raccontando  ciò che ha visto e sentito nel suo intimo dal primo momento che mette piede in quella terra.  Ella comunque vuole raccontare la sua avventura di vita, soprattutto a chi non è stato mai in Algeria…sperando  di coinvolgere il lettore anche con le sue fantasie suscitate dai luoghi di fiaba :  il deserto e le sue oasi.
Importante il suo amore per un algerino e per un italiano…ci descrive le difficoltà, le sue gioie,  che alla fine si traducono in una grande avventura di vita indimenticabile!
E’ consigliato per chi ama l’avventura e l’Africa.

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