Articoli marcati con tag ‘Frasi da libro’

¡Viva la vida!

Frida Kahlo

 

¡Viva la vida!, un monologo che mette in scena l’appassionata esistenza di Frida Kahlo.

Mentre corre verso la morte, Frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata, ai suoi lucidi deliri artistici di pittrice, alla sua relazione con Diego Rivera.

In poche pagine c’è il Messico, la storia di un popolo, quella di una donna, l’amore per l’arte, l’amore per un uomo.

L’alcol, la morfina e la pittura per combattere i dolori del corpo e dell’anima.

Attraverso un breve ed intenso monologo , P. Cacucci, ci fa rivivere tutti questi dolori, ripercorrendo gli avvenimenti della vita di Frida e dei suoi più intimi pensieri con una tale semplicità e minuzia di dettagli che il lettore può sentirli quei pensieri, può immaginare quel dolore, può vedere tutti quei colori.
E ancora la solitudine, i tradimenti, la maternità negata, i dialoghi immaginari di amore e odio verso il suo compagno e artista e le battaglie interiori contro la morte.

L’urlo di Frida contro la morte, la sua ostinazione a vivere sono il filo sottilissimo su cui scorre la sua esistenza.

Un libro che va dritto al cuore e permette di scoprire chi si nascondeva dietro quelle folte sopracciglia e nel profondo di quei grandi e neri occhi.

Un monologo, intenso e crudo, ma che riesce a comunicare una grande gioia di vivere.

Sono nata nella pioggia. Sono cresciuta sotto la pioggia

#vivalavida

#innoallavita

#laforzadiunadonna

 

 

Momenti di trascurabile felicità

Quanti momenti di felicità abbiamo trascurato? Quanti piaceri intensi e volatili nelle nostre giornate? Quanti istanti sottovalutati perché non sembravano importanti?

Momenti di trascurabile felicità è un libro semplice e divertente, una raccolta di comportamenti e pensieri che tutti viviamo ogni giorno e che ci portano a riflettere sul tempo e su come troppo spesso dimentichiamo il valore delle piccole cose. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono trovarsi ovunque, pronti a esplodere e farci aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevamo considerato.

 

Francesco Piccolo, con una serie di aneddoti  di vita quotidiana ci invita a coltivare un gusto per i piccoli piaceri. Le descrizioni nel suo catalogo di quotidianità e le digressioni costituiscono spunti di riflessione per il lettore che, pagina dopo pagina, momento dopo momento, finisce col venire travolto da un’ondata di divertimento, umorismo, ma anche di introspezione.

 

“Tutte le persone che non sono belle, o che sono brutte, poi quando le conosci diventano più belle, sempre.

Quando il cameriere torna al tavolo con la bottiglia di vino che abbiamo scelto, stappa la bottiglia, annusa il tappo, e poi guarda tutti i presenti per scegliere chi debba assaggiare il vino. E non sceglie me.”

 

#MOMENTI

#CARPEDIEM

 

Orhan Pamuk: la sua vita è «essere un ponte tra due rive»

Orhan Pamuk nasce a Instanbul nel 1952 in una famiglia borghese benestante di alterne fortune; il padre fu il primo dirigente della sezione turca dell’IBM. Viene istruito al liceo americano Robert College di Instanbul. Si laurea all‘Istituto di Giornalismo dell’Università di Istanbul nel 1977. Pamuk, rifiutato il titolo di “artista di Stato” dal governo turco, viene incriminato nel 2005, a seguito di alcune dichiarazioni fatte a una rivista svizzera riguardanti il massacro, da parte dei turchi, di un milione di armeni e trentamila curdi in Anatolia durante la Prima guerra mondiale. Il processo, che ha attirato l’attenzione della stampa internazionale, inizia il 16 dicembre 2005 ma le accuse sono ritirate il 22 gennaio 2006 con la motivazione che il fatto non costituisce reato per il nuovo codice penale. Nel 2006 viene insignito del Premio Nobel per la Letteratura, primo scrittore turco a ricevere il prestigioso riconoscimento, con la motivazione: «A Chi nella ricerca dell’anima melancolica della sua citta’ ha scoperto nuovi simboli per il contrasto e l’intreccio delle culture». Attualmente fa la spola tra New York, dove insegna, e la Turchia. I libri di Orhan Pamuk sono caratterizzati dal tema dell’identità, riconducibile al conflitto tra i valori dell’occidente europeo e la cultura islamica. Ha scritto di sé: «Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea… E poi, un giorno, è stato costruito un ponte che collegava le due rive del Bosforo. Quando sono salito sul ponte… ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive» (O.Pamuk, Istanbul, 2003). L’opera che lo consacra a livello internazionale è Benim Adim Kirmizi (Il mio nome è rosso), pubblicato nel 2000, ambientato nell’Istanbul del XVI secolo. Tradotto in ventiquattro lingue (in Italia dalla Einaudi), vince nel 2003 il più remunerativo dei premi letterari internazionali, l’International IMPAC Dublin Literary Award, nonché il premio Grinzane Cavour 2002. Nella sua ultima fatica, Romanzieri ingenui e sentimentali (Eiunaudi, 2012), Orhan Pamuk ci introduce nell’universo dello scrittore e allo stesso tempo in quello del lettore di romanzi, facendo così emergere l’intimo e impalpabile rapporto che li lega.

Carmela Bafumi

Classifica libri più venduti terza settimana di febbraio.
   Uomini e donne allo specchio.

Ai primi posti della classifica di questa settimana, Veronica Pivetti con Ho smesso di piangere. La mia odissea per uscire dalla depressione (Mondadori, 2012) racconta il suo momento buio. Senza censure, con toccante onestà. Perché la depressione va affrontata, non si scappa. Sei anni, dal 2002 al 2008, tanto è durata la sua odissea. Alcuni dottori l’hanno salvata, altri l’hanno massacrata, alcuni le hanno ridato la vita, altri gliel’hanno tolta. E i momenti dolorosi, come spesso accade nella vita, finiscono per diventare involontariamente molto comici, ma non passano senza lasciare un segno: «una volta ero perfettamente funzionante… Ora sono un po’ rattoppata, ho un’anima patchwork e una psiche in divenire. Ed è questa la verità. Ma va bene così, perché la vita si fa con quello che c’è…».
A un anno dalla pubblicazione del bestseller Trent’anni e una chiacchierata con papà, Tiziano Ferro pubblica, dopo l’uscita dell’attesissimo nuovo album, L’amore è una cosa semplice (Kowalski, 2012). «Ho passato tanti anni a chiedermi perché non ho mai smesso di scrivere questi quaderni. Adesso lo so: perché amo la mia vita e non voglio rischiare di dimenticarlo mai». Si concludeva così il lungo diario che nel 2010 Tiziano Ferro apriva ai fan: era il 20 febbraio, la vigilia dei suoi trent’anni e di una nuova stagione della vita. Questo nuovo diario riprende la cronaca dei giorni proprio lì dove si era interrotta per raccontare l’esperienza catartica della scrittura, la nascita di un disco e la sofferta ricerca dell’amore e della felicità.
Più di quaranta colloqui personali con Steve Jobs in oltre due anni, e più di cento interviste a familiari, amici, rivali e colleghi, hanno permesso a Walter Isaacson di raccontare in Steve Jobs (Mondadori, 2011) l’avvincente storia del geniale imprenditore che ha rivoluzionato sei settori dell’economia e del business: computer, cinema d’animazione, musica, telefonia, tablet, editoria elettronica. Jobs ha intuito in anticipo che la chiave per creare valore nel ventunesimo secolo è la combinazione di creatività e tecnologia. Jobs non ha posto alcun filtro alla stesura del libro, incoraggiando anzi i suoi conoscenti, familiari e rivali a raccontarne onestamente pregi e difetti: le passioni e la maestria, il perfezionismo e l’ossessione per il controllo.

Carmela Bafumi

Hermann Hesse: Siddharta

“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita.”

Siddharta, Hermann Hesse

Uno dei romanzi più letti di Hermann Hesse, è sicuramente “Siddharta”.
I lettori di tutto il mondo, sopratutto ragazzi molto giovani, considerano Hermann Hesse – proprio grazie a questa opera – non solo un grande scrittore moderno, ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.

Un giovane indiano, vissuto in India nel VI secolo a.C., compie un viaggio alla ricerca del senso profondo della vita.
Attraverso incontri con uomini saggi dell’epoca, diversi tipi di pratiche spirituali e la meditazione, cerca di raggiungere una consapevolezza più profonda del suo vero Io.

Puntualmente, però, il giovane Siddharta deve fare i conti con l’insoddisfazione, le debolezze tipicamente umane e spesso è vittima dell’indecisione, della frustrazione di non sapere quale è la sua vera meta nella vita.

Si stanca dei consigli dei maestri, s’innamora, cerca di condurre una vita “normale”. Ad un certo punto però un sogno lo mette nuovamente in guardia:
da troppo tempo non sente la voce del proprio cuore e la sua vita è piatta e senza meta.

Si allontana dalla città e si isola in un bosco finchè non raggiunge un fiume e dal suono dello scorrere delle acque apprenderà la lezione più importante di tutta una vita spesa alla ricerca di se stesso.

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