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Simenon e le centinaia di romanzi tra Maigret e la ricerca d’espiazione
109 anni fa, in rue Léopold a Liegi, nasceva Georges Simenon. La data di nascita del creatore del commissario Maigret è da sempre un piccolo mistero: nato il venerdì 13 febbraio 1903, la madre superstiziosa lo registrò all’anagrafe locale come nato il 12 febbraio. Georges Joseph Christian Simenon, scrittore belga di lingua francese, autore di innumerevoli romanzi molti dei quali con protagonista il celeberrimo commissario della polizia francese Jules Maigret è uno dei più prolifici scrittori del XX secolo, capace di scrivere fino a ottanta pagine al giorno. Guardando i numeri della sua produzione letteraria ci si può rendere conto dell’enorme mole di scritti prodotti da questa instancabile e geniale penna: circa 450 tra romanzi e racconti brevi, 107 inchieste di Maigret, 117 romanzi psicologici, quasi 3000 tra articoli e reportage e molto altro ancora per l’incredibile cifra stimata di oltre 700 milioni di libri venduti, senza contare i quasi 200 film tratti o ispirati da sue opere se non sceneggiati dallo stesso.
Anche se la sua profica produzione letteraria tocca molti e diversi generi e sottogeneri letterari come il romanzo popolare, il romanzo d’appendice, financhè il noir e il romanzo psicologico, Simenon è noto oggi soprattutto per il commissario Maigret, protagonista di 107 tra racconti e romanzi polizieschi che hanno contribuito in maniera determinante alla fama e al successo dello scrittore. Simenon cominciò a muovere i primi passi da scrittore a sedici anni non ancora compiuti come giornalista a Liegi. Con l’arrivo degl’anni venti, si sposta a Parigi, centro dell’avanguardia europea del momento, dove diviene un prolifico autore di narrativa popolare. Negli anni trenta viene travolto dalla fama grazie al personaggio del commissario Maigret, i cui racconti e romanzi furono i primi a essere pubblicati con il suo vero nome; infatti Simenon fino ad allora aveva sempre usato decine di pseudonimi tra i quali il più ricorrente era Georges Sim. Da quel momento in poi la carriera di Simenon ebbe un accellerazione improvvisa e fino agli anni settanta, produsse un grandissimo numero di romanzi (gialli e non) che oggi ne fanno uno degli autori più tradotti e più letti del XX secolo. Il successo commerciale però non andò sempre di paripasso con il parere della critica letteraria, sempre stata indecisa riguardo una sua possibile classificazione, tanto che, anche se la produzione poliziesca sia solo una minor parte della sua produzione letterariaì, egli è ricordato per lo più come un prolifico autore di romanzi gialli.
Simenon è comunque oggi ricordato anche per il suo stile scrittorio scarno e asciutto, privo di qualsiasi finezza letteraria e caratterizzato dalla densità delle atmosfere disegnate. Un lavoro il suo che arriva dal “popolo nudo”, dall’uomo che traspare oltre le maschere sociali. Inoltre le sue opere di finzione sono spesso in realtà conduttrici autobiografiche di una vita privata instabile fatta di molte passioni e relazioni fugaci oltre ai due matrimoni, senza contare l’impellente bisogno di vagare tradotto in un cambio, nel corso della sua vita, di circa trentatré residenze tra Belgio, Francia, Canada, Stati Uniti e Svizzera.
Tra le molte opere segnaliamo “La fuga del signor Monde“: la storia di Norbert Monde che decide un giorno di scomparire, anzi “Probabilmente lo aveva sognato spesso, o ci aveva pensato così tanto che adesso aveva l’impressione di compiere gesti già compiuti” ma perché è accaduto proprio quel giorno? E se un giorno volesse tornare sui suoi passi?
Tra i molti romanzi con protagonista Maigret, “Maigret e il fantasma“: l’ispettore Lognon, soprannominato dai colleghi il Lagnoso e lo “Jellato” da Maigret, un collega che non è mai riuscito a ottenere neanche la più piccola promozione, è sempre raffreddato tutto l’anno e ha una moglie ipocondriaca e vessatoria; viene colpito da due colpi di pistola difronte a un palazzo di avenue Junot. Perchè proprio lui? E cosa andava a fare da un po’ di tempo in quel palazzo ogni sera?
Ultimo ma assolutamente non ultimo “Senza via di scampo“, ritenuto unanimente uno dei libri più belli dell’autore. Vladimir è un vero e proprio tuttofare, in ogni senso immaginabile e possibile. Si ubriaca con Jeanne “la vecchia” padrona della casa dove è ospite, va a letto con lei, ma si occupa anche della manutenzione della barca e della grande villa in piena Costa Azzurra. E’ un uomo amareggiato, avido, opportunista, falso e spregiudicato. Jeanne, la “vecchia”, la padrona di casa è un’alcolista becera che sfrutta continuamente il suo potere economico e tratta ospiti e servitù della casa con pari disprezzo oltre ad ignorare quasi completamente la figlia Hélène che pur di starle lontana vive in una barca ormeggiata poco distante dalla casa. Un storia incentrata sull’espiazione, il bisogno incontenibile, l’esigenza pressante e irrinunciabile che spingerà a gesti clamorosi Vladimir, gesti che saranno la sua rovina.
I Gialli giudiziari dell’oggi 57enne John Grisham
Compie oggi 57 anni il mito del giallo giudiziario: John Grisham. Nato a Jonesboro nell’Arkansas, l’8 febbraio del 1955, Grisham consigliato dalla madre, diventa un avido lettore e mentre ingurgita libri velocemente viene influenzato particolarmente dal lavoro di John Steinbeck di cui ammira la chiarezza.
Durante gli studi universitari presso la Mississippi State University, Grisham cominciò a scrivere un diario, pratica che porterà con se fino ad oggi e che, a suo stesso dire, lo ha aiutato più volte nelle sue attività creative. Conseguita la laurea in legge nel 1981, si sposta a Southaven vicino a Memphis nello stato del Mississippi, dove esercita la professione di avvocato nella piccola città per quasi un decennio.
Nel 1983 viene eletto per il Partito Democratico alla Camera dei Rappresentanti del Mississippi, dove lavorerà fino al 1990 pur continuando la professione forense. Nel tempo libero, Grisham iniziò a lavorare al suo primo romanzo, nel quale ipotizzava cosa sarebbe accaduto se il padre di una bambina vittima di violenza avesse assassinato i suoi aggressori. Nel 1987, dopo tre durissimi anni di lavoro, l’opera d’esordio era pronta a sconvolgere il mercato letterario, “Il momento di uccidere“. Il romanzo è inizialmente rifiutato da molti editori, la Wynwood Press invece accettò la scommessa e lo pubblicò nel giugno 1988 con una tiratura di sole 5.000 copie, oggi Grisham invece è un produttore di Bestseller conosciuto in tutto il mondo e quel primo romanzo vanta oggi anche la nuovissima trasposizione in Blu-Ray.
La rivista statunitense Publishers Weekly dice di Grisham: “Lo scrittore maggiormente venduto degli anni novanta”, con un totale di 60.742.289 copie.
Da segnalare tra i suoi successi:
- “Io confesso“ l’intrigante corsa contro il tempo per salvare Donté Drumm, un giovane di colore condannato a morte in Texas per l’omicidio di una ragazza bianca.
- “Il professionista“ un opera del 2007 che ha dimostrato l’estrema versatilità dell’autore. Lontano dai soliti temi legali e dai tribunali questo romanzo è una storia personale di un giovane ragazzo promessa del football americano.
- E l’ultimo successo planetario dello scrittore “I contendenti“, le avventure di due giovani avvocati, Wally Figg ed Oscar Finley, titolari di uno studio legale poco noto e quasi in bancarotta alle prese con il caso che potrebbe salvare il piccolo studio: un’importante azienda farmaceutica legata a storie di corruzione.
Il ritorno di Sebastiano Guarenti: “La verità del serpente”
Gianni Farinetti torna a Venezia, dopo lo splendido preludio nel suo “Regina di Cuori“, esce l’attesissimo ritorno “La verità del Serpente” pubblicato per la casa madre Marsilio. Il nuovo romanzo dello scrittore di Bra (Cuneo) e torinese d’adozione evoca del serpente, il sinuoso movimento ipnotico, l’ambiguità emblematica e il dente avvelenato. Un giallo immerso in una Venezia che è appunto serpente con la flessuosità dei suoi inganni e con le sue mille facce. I molti volti di Venezia: una apparentemente placida casa patrizia, la Leonella, il chiassoso Festival del cinema, il fascino decadente; fanno da sfondo ad una nuova avventura di Sebastiano Guarenti, l’eterno protagonista dell’autore.
Nel fitto chiacchiericcio di un’occasione mondana, fra una maestosa tomba di famiglia (forse in vendita) e un party in uno storico palazzo del Canal Grande, una passeggiata alla luce mattutina lagunare da campo Santo Stefano a campo San Beneto e la visita a una casa disabitata (o forse no) della Giudecca, si compie la tragedia. Lo sceneggiatore piemontese-romano Sebastiano Guarienti è alle prese con la soluzione dell’intricato enigma e due anziane sorelle torinesi, un’elegante signora milanese e un eccentrico svizzero con amichetta al seguito, una simpatica ragazza di buona famiglia e una formidabile cuoca saranno tutti coinvolti nel più classico dei misteri della camera chiusa dove il palcoscenico dell’azione è l’intera Venezia di fine estate.
L’attesissimo ritorno in Marsilio e alla scrittura di Farinetti è un romanzo sapientemente costruito con la precisione e l’amore artigianale a cui il Farinetti ci ha da lungo tempo abituato, un opera che rispecchia ancora una volta la vivida intelligenza narrativa capace di toccare le pieghe più intime dell’animo umano come le più oscure nicchie della mente e del cuore. Un ritorno al Farinetti più classico che non mancherà di torturare, spiazzare e deliziare il lettore, con un libro imperdibile per gli amanti dell’autore.