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La prima scrittrice Premio Pulitzer, Edith Wharton e il suo romanzo
New York, 24 gennaio 1862, nasceva la scrittrice Edith Wharton, la prima donna a vincere il Premio Pulitzer (1921), il prestigiosissimo premio per giornalismo, successi letterari e composizioni musicali, intitolato al giornalista Ungherese-Americano e magnate della stampa statunitense Joseph Pulitzer (1847-1911), grande protagonista col rivale Hearst del periodo dello Yellow Journalism che, alla sua morte, lasciò i suoi averi alla Columbia University che con una parte del suo lascito creò la Scuola di giornalismo dell’università nel 1912.
Nata in una delle più ricche e prestigiose famiglie newyorchesi, i Newbold-Jones, non frequentò scuole pubbliche, ma venne educata in casa, studiando con grande attenzione i grandi autori del passato. Nel 1885 sposa il banchiere Edward Wharton, ma a causa dei gravi disturbi mentali di lui, la separazione avviene poco dopo e la Wharton decide così di trasferirsi nel 1907 in Francia, dove vivrà fino alla sua morte nell’estate del 1937.
Negl’anni francesi conobbe e divenne amica stretta del celeberrimo scrittore anglo-americano Henry James, colui che più di tutti la spronò a tentare la carriera letteraria. I romanzi di Edith Wharton tratteranno principalmente il problema dei rapporti sociali dei singoli con il gruppo oltre al problema della “rottura delle convenzioni sociali”, spinta probabilmente dall’appartenenza ad un ambiente altamente elitario e conservatore, come quello dell’altissima società newyorchese di cui cercò di analizzare la chiusura sociale in molte delle sue opere.
Il suo primo libro “The Valley of Decision”, ambientato nell’Italia del XVIII secolo, è pubblicato nel 1902 e a questo seguono molti altri ma l’opera più celebre resta senz’altro “L’età dell’innocenza” del 1920, romanzo ambientato nell’alta società New Yorkese del primo Novecento, di cui ben conosceva luci ed ombre, romanzo che gli permise di divenire nel 1921, la prima donna a riceve il prestigioso Premio Pulitzer.
Da “L’età dell’innocenza” sarà tratto anche un film nel 1993, che diretto da Martin Scorsese, è forse uno dei grandi capolavori del regista, interpretato, inoltre, da Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder.
La ‘burbera’ voce della storia dei FILM ITALIANI: Arnoldo Foà
Arnoldo Foà compie, oggi 24 gennaio, 96 anni. Un artista a 360 gradi Foà che nella sua lunga carriera è stato attore e regista di moltissimi film che negl’ultimi anni è sempre più facile trovare anche in DVD, un grandissimo doppiatore, talvolta scrittore, importante drammaturgo, nonchè minormente pittore e scultore.
Ferrarese di nascita (1916), termina gli studi superiori a Firenze, dove la famiglia si era trasferita e studia alla scuola di recitazione del grandissimo Luigi Rasi. Lascia gli studi universitari alla facoltà di Economia e Commercio a vent’anni per trasferirsi a Roma e frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia, tutt’oggi la più antica scuola italiana di cinematografia.
Il periodo della seconda guerra mondiale è molto difficile per il giovane attore che, essendo di origini ebraiche, a causa delle leggi raziali del ’38 deve lavorare sotto falso nome (ad es ‘Puccio Gamma’) quelle poche volte che gli viene permesso. Molti aneddoti si possono comunque trovare nella sua “Autobiografia di un artista burbero”.
Nel 1943 si rifugia a Napoli, dove collabora e diviene capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata PWB: sarà proprio la sua voce a dare notizia dell’armistizio con gli Alleati agl’italiani, l’8 settembre 1943. Finalmente, terminata la guerra, torna al teatro e si unisce a molte e importanti compagnie come la Stoppa-Morelli-Cervi nella quale collabora con Visconti o la Compagnia del Teatro Nazionale grazie alla quale conosce e lavora per Guido Salvini. Nel 1945, entra nella Compagnia di Prosa della RAI per la quale lavorerà con intensa dedizione fino agli anni ’80.
Arnoldo Foà è sicuramente celebre per l’intensa e prestigiosa carriera in teatro, durante la quale ha interpretato autori classici e contemporanei e ha potuto collaborare con i più grandi registi d’Italia, da Luchino Visconti passando per Aldo Sarullo fino a Giorgio Strehler. Famoso per la forza e la passionalità delle sue interpretazioni oltre che per la sua voce, grazie alla quale sarà uno dei più importanti doppiatori nazionali. La sua voce, ad esempio, è prestata ad Anthony Quinn ne “La strada” di Fellini e negl’ultimi anni è stato la voce narrante de “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton e quella di Charles Muntz (il burbero esploratore) nel film “Up” di Disney Pixar.
Indimenticabili: lo storico “La freccia nera”, sceneggiato televisivo del 1968, diretto da Anton Giulio Majano e liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson, in onda su Rai 1 tra dicembre 1968 e febbraio 1969; e l’eccelsa interpretazione del ruolo dell’Ispettore nel film “Il processo” del 1962 diretto da Orson Welles e tratto dal romanzo omonimo di Franz Kafka.
Anne Frank, esce la biografia a fumetti
Sid Jacobson, lo scrittore americano, creatore di fumetti come “Richie Rich” , “Hot Stuff”, e “Casper il fantasma amichevole”, dopo il lavoro su “The 9 / 11 Report: A Graphic” e “Che: A Graphic Biography” torna alla collaborazione con l’artista Ernie Colón per il nuovo libro “Anne Frank la biografia a fumetti”. Jacobson scrive i testi e l’inseparabile Colón disegna con maestria la storia di Annelies Marie Frank (detta Anne), la ragazza ebrea tedesca divenuta uno dei simboli della Shoah attraverso le pagine del celeberrimo “Diario”.
La storia parte dal 1918 descrivendo un’Europa ancora fortemente provata dalla guerra e una Germania schiacciata dall’orrore delle trincee e dagl’ingenti risarcimenti di guerra. Il tenente Frank è tra i pochi “fortunati” a tornare vivo dal fronte e dover ricominciare a vivere cercando di scordare gl’orrori delle violenze.
Pochi anni più tardi Otto Frank e la moglie Edith hanno due splendide figlie: la dolce, mite Margot e la più giovane e vivace Anne. Le due sorelle trascorrono un’infanzia serena, nonostante la politica nazionale e la situazione politica internazionale rendano ogni giorno più difficile la vita di tutti.
Quando il partito nazionalsocialista di Hitler si fa seriamente strada nel Reichstag, la piccola Anne ha appena tre anni e solo quattro quando Adolf Hitler diviene cancelliere. Non è in grado di comprendere l’incubo in cui lei e milioni di altri ebrei stanno per precipitare: l’incubo dei ghetti prima, dei Lager e le camere a gas poi.
La ormai adolescente Anne è costretta a nascondersi dai nazisti in un rifugio segreto e descrivere, nel famoso diario, quei momenti.
Il fumetto, disegnato e scritto con intenti principalmente didattici è formato da 160 pagine tutte a colori. Edito in Italia da Rizzoli Lizard, è stato realizzato anche un comic-trailer (ovvero un trailer del fumetto sulla falsa riga di quelli cinematografici), anche se il trailer per ora è solo in inglese ve lo postiamo perchè meritevole e perchè mostrante i magnifici disegni di Colòn.